Obesità ed integrazione dell’approccio terapeutico

Obesità ed integrazione dell’approccio terapeutico

 

 

 Autore: Giuseppe Cesa

Di recente alcune persone, che hanno familiari con problemi di peso, mi chiedevano se di fronte a situazioni di grave obesità fosse preferibile l’intervento chirurgico atto a ridurre l’assimilazione del cibo (tipo il bendaggio gastrico e/o altro) oppure interventi di liposuzione piuttosto che una dieta o un intervento di tipo psicologico.

Personalmente ritengo forviante chiedersi se in generale sia meglio la dieta, l’operazione o la psicoterapia, anche perché non credo che questi interventi debbano per forza escludersi, anzi.

Quando una persona si trova in una condizione di dover ridurre il proprio peso in quanto questo compromette la qualità della sua vita e delle relazioni anche familiari, credo, che la cosa migliore da fare sia affrontare il problema col proprio medico di fiducia e con lui decidere quale sia il percorso più adatto da seguire. In questa scelta è importante che medico e paziente non considerino le varie vie praticabili come compartimenti chiusi ed incompatibili tra di loro ma come strumenti a disposizione e, a volte, vantaggiosamente integrabili.

 

È vero che nelle condizioni ideali la soluzione sarebbe semplicemente quella di aumentare il movimento e diminuire il cibo, questo tuttavia non a tutti riesce. Va invece ribadito, ad esempio, che un calo dovuto ad intervento chirurgico può innescare a livello psicologico un circolo virtuoso che porta al migliorare l’auto-controllo nell’assunzione di cibo e la possibilità di movimento, quindi, ben venga.

I problemi di peso, quindi, possono venir affrontati in diversi modi ed ognuno di questi metodi ha un suo valore e dei limiti. A volte, anzi spesso, può risultare molto utile un approccio integrato in cui in momenti diversi intervengono diverse competenze professionali, il medico chirurgo, il dietologo e lo psicologo.

Non va dimenticato, infine, che un buon percorso non sempre si esaurisce con il raggiunto calo di peso. Bisogna ricordarsi, infatti, che spesso la persona obesa che dimagrisce subisce un cambiamento del corpo più o meno consistente che può perturbare l’immagine corporea di sé oltre che relazionale. Non a tutti riesce agevolmente a ricalibrare la propria immagine corporea e relazionale. Questi cambiamenti possono portare anche a pesanti scompensi psichici, infatti, credo a tanti sia capitato di sentire la frase : “… voleva dimagrire e gli è venuto l’esaurimento nervoso”.

Per alcune persone, quindi, è raccomandabile un supporto psicologico prima e durante la fase del dimagrimento, ma anche una volta raggiunto l’obiettivo di dimagrire possono necessitare di un supporto psicologico protratto nel tempo. Da questo punto di vista, infine, un supporto psicologico che comprenda anche il coinvolgimento in un gruppo può risultare una buona opzione.

 

     Giuseppe Cesa

psicologo – psicoterapeuta

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