Marc Chagall. Una Amoris laetitia artistica

Marc Chagall. Una Amoris laetitia artistica

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Il pittore russo naturalizzato francese Marc Chagall (1887-1985), uno dei più amati del Novecento per il suo stile fantastico, surreale e fiabesco, viene oggi presentato in numerose gallerie, da Milano Pisa Roma fino a Gioia del Colle Noto ecc.  Così a Mantova, dove è prossima la chiusura dell’esposizione, aperta presso il Palazzo della Ragione lo scorso settembre: “Marc Chagall, come nella pittura così nella poesia”.

L’amore è uno dei temi centrali della sua opera, una Amoris laetitia artistica, volendo far riferimento all’esortazione apostolica di papa Francesco.

Il celebre olio su tela (1918), icona della mostra, dal titolo “Sulla città” è stato definito una poesia dipinta dell’amore.

In un cielo lattiginoso, gravido di neve, sopra un villaggio di casupole in legno che rappresenta Vitebsk, il paese natale in Bielorussia, vola abbracciata una coppia di sposi innamorati: Marc Chagall e Bella Rosenfeld, la moglie conosciuta ancora adolescente nel villaggio natale, sua ispiratrice e modella di numerosi quadri.

Il volo è metafora della leggerezza dell’amore, della felicità che esso regala, è riflesso dell’amore divino, espressione dell’incanto e della bellezza che permea tutto il creato. In una cultura sempre più secolarizzata il pittore reintroduce la fantasia, la fiaba, il sogno, il sacro, tutti elementi che sfuggono al controllo di una ragione occidentale desiderosa di comprendere e spiegare ogni aspetto del reale. Chagall è un ebreo vicino al chassidismo, movimento mistico sorto in età moderna in seno all’ebraismo ortodosso. Un tratto tipico è la celebrazione fastosa della vita, a partire dalla convinzione che Dio sia presente in tutta la creazione, dissimulato e celato in essa.

L’immagine degli sposi non abbandonerà mai l’artista, nemmeno negli anni cupi della guerra, della rivoluzione o, più tardi, della Shoah. La capacità che ha reso Chagall un artista unico è stata quella di decodificare l’amore attraverso il colore, steso con pennellate in grado di trasmettere la passione, la tenerezza e la semplicità di questo sentimento.

La gioia della vita coniugale per Chagall è la rappresentazione diretta della propria esperienza dell’amore. Nella sua autobiografia, “La mia vita” (SE editore) dedica alla moglie Bella parole di assoluta poesia: Io aprivo soltanto la finestra della stanza e l’aria azzurra, l’amore e i fiori entravano con lei. Tutta vestita di bianco o tutta in nero lei vola da molto tempo attraverso le mie tele, guidando la mia arte. Non finisco quadro o incisione senza chiederle il suo “sì” o “no.

Ho appeso copia del quadro nella saletta d’aspetto del nostro Consultorio, là dove sostano persone in difficoltà, coppie in crisi, confuse, vittime di scelte esistenziali sbagliate, incomprese o incapaci di comprendere. Il quadro infonda loro serenità, leggerezza, positività e speranza per una “quiete dopo le tempesta”, per una vita di coppia rinnovata, per una vera libertà liberata.

Così il pittore esprime all’amata il messaggio che la sua arte vuol trasmettere: Scappiamo, sfuggiamo dagli affanni, dai pregiudizi, dalle fatiche che si nascondono tra un tetto e un altro, tra comignolo e finestre. Prendiamo il volo, io e te in questo cielo che ci ospiterà, noi sopra la città. Basta rimanere nel flusso sempre eterno e sempre lo stesso di convenzioni, di convinzioni, classiche interpretazioni della vita quotidiana, allontaniamoci, voliamo via da questa città se ci sta stretta, se è cambiata così tanto, tu fai un cenno, salutala, ti porto lontano, non pensare ad altro.

Gabrio Zacchè

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