Le radici e le ali

LE RADICI E LE ALI

 

 

 AUTORE: Beppe Sivelli

Oggi è più lungo e complesso, il percorso della genitorialità rispetto al passato. Un tempo la culture veniva tramandata dalle generazioni precedenti, oggi i rapidi cambiamenti, i mezzi di comunicazione di massa, Internet, obbligano ad una formazione permanente direi quasi nevrastenica.

Un tempo la contrapposizione ai genitori era più marcata, si sognava di andarsene da casa, di conquistare la propria indipendenza.

 

Oggi la paura del presente, l’incertezza del non riuscire portano i giovani a ripiegarsi nelle mura domestiche pur rifiutandone le regole sentite come estranee.

Sappiamo che la costruzione di se richiede un buon rapporto con il passato e una prospettiva positiva con il futuro, necessarie per un progetto di vita.

I figli quindi necessitano di genitori che sappiano aiutarli a connettere passato – presente – futuro donando loro metaforicamente radici e ali. Ore mi domando in che modo possiamo riavvicinare i giovani al senso del tempo, risignificando la funzione del passato (la memoria)  e la dimensione del futuro (la speranza) cosi da conferire senso al presente. Un presente che sembra disinteressarsi anche dell’età della vita, pare infatti esserci solo giovinezza e vecchiaia, la prima vissuta con rimpianto la seconda con terrore.

In questo contesto sociale e ancora possibile educare?

Credo senz’altro di si, oggi più che mai sono convinto d’altra parte che bisogna dare ai figli le conoscenze necessarie perché se la cavino da soli.

Ci sono cose che valgono per sempre; altre valevoli soprattutto oggi.

E sempre attuale e indispensabile la testimonianza di come noi siamo, quale esempio diamo come persona, come noi viviamo, perché uno può dare solo quello che ha.

E necessario per questo disintossicarsi dal ruolo che rivestiamo come personaggi: sia sul piano materiale, la ricchezza, sia sul piano corporale, la bellezza, sia sul piano psicologico, l’efficienza, il potere, la forza. Tutto questo perché possa emergere la Persona come valore insuperabile e assoluto.

Da sempre poi i genitori dovrebbero comportarsi in modo che i figli si sentano capiti e amati; la loro sicurezza di base si fonda su radici quali: l’affetto – il sostegno – l’ottimismo.

L’affetto e un sentimento ben spiegato nel libro “il giardino dei pensieri bambini”: qui si racconta di una bambina di Lucca di 9 anni che così si esprime: “Mio padre ha le mani piene di calli e di tagli perche fa il camionista, però alla sera quando mi accarezza è come se fossero di velluto. Sapete perché?… Perché mi vuole bene”.

Sostegno e ottimismo, anche queste “radici”, possono essere spiegate semplicemente con due proverbi.

Il primo recita:  se cadi sette volte rialzati otto. È l’invito, il suggerimento a non angustiarsi troppo per eventuali cadute, fallimenti, insuccessi inevitabili nel percorso della vita, ma rialzarsi e riprendere il cammino evitando cosi di ripiegarsi su se stessi in una situazione di inattività e noiosa malinconia.

Il secondo recita: quando viene il buio incominciano ad apparire le stelle, cioè nei momenti bui della vita bisogna saper scorgere quei segnali, quelle indicazioni, che sono come le stelle che indicano ai naviganti la rotta per arrivare nei porti.

Oggi, è importante però per i genitori e per coloro che si prendono cura delle cose umane recuperare alcune virtù che paiono appiattite, quasi scomparse, o forse io direi semplicemente nascoste, per paura delle incertezze, dell’ostracismo della solitudine, ma estremamente necessarie per creare solide fondamenta e ali di speranza per i tempi nuovi.

Occorre per questo educare: alla riflessione e alla libertà interiore, qualità necessarie per liberarsi dai condizionamenti della moda e dai messaggi dei massmedia, per imparare a pensare in proprio, a non aver timore delle proprie idee e delle proprie scelte, smettendo di essere un articolo di consumo e diventare  protagonista della propria vita. Alla sincerità, educare non solo a dire la verità ma avere passione per la verità. A diventare anche più clementi e comprensivi nei confronti dei propri limiti, liberandosi da schemi mentali perfezionistici. Alla  bellezza, di solito per spiegare questo, con i miei allievi mi servo di questo esempio: c’e un’aiuola fiorita su cui un cartello enuncia: “vietato calpestare i fiori, i trasgressori saranno puniti a norma di legge ex art….”   Di fronte a questo il comportamento della maggior parte delle persone e quello di girare automaticamente attorno all’aiuola. I più ribelli e trasgressivi l’attraversano anche con le motociclette. Di fronte a questi due comportamenti ritengo che la cosa più importante sia insegnare che i fiori sono meravigliosi.

 

 

Beppe Sivelli

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