Considerazioni sulla sessualità

Considerazioni sulla sessualità

 

 Autore: Giuseppe Cesa,

 

Nell’essere umano la sessualità assume una dimensione del tutto particolare rispetto al mondo animale. La particolarità è rappresentata dal fatto che nell’essere umano la cultura ha preso il sopravvento sulla natura. Cioè i condizionamenti culturali e psicologici possono modificare anche notevolmente l’evolversi delle cose. Per iniziare possiamo distinguere tre aspetti: il sesso biologico, l’identità sessuale ed i ruoli sessuali.

 

 

 

Con l’espressione sesso biologico generalmente ci si intende riferire al sesso come è determinato dal corredo cromosomico, cioè se la 23° coppia cromosomica è XX l’individuo è femmina mentre se è XY è maschio. Il corredo cromosomico determinerà come si svilupperanno i caratteri sessuali corporei, cioè il tipo di organi genitali e le varie altre caratteristiche sessuali secondarie come la presenza o meno della barba, la struttura ossea e muscolare, il tipo di voce, ecc.. Il sesso biologico viene riconosciuto e dichiarato alla nascita con un esame visivo degli organi sessuali esterni (oggi anche prima della nascita mediate ecografia o altri esami clinici). Cioè il sesso biologico determina se una persona è maschio o femmina.

Altra cosa è l’identità sessuale o di genere. Con questa espressione ci si riferisce al senso di identità personale, cioè a come e cosa una persona si sente, al chi sono io.

Il senso di identità è una cosa che si costruisce gradualmente dalla nascita in poi (secondo recenti studi anche da prima) ed è notevolmente determinato dall’atteggiamento e dalle attribuzioni di chi ci circonda. Ad esempio dall’attribuzione di un nome maschile o femminile, dal tipo di giochi e di giocattoli concessi (soldatini o bambole), dal tipo di abbigliamento, dalle compagnie proposte, dalle aspettative consce ed inconsce dei genitori, ecc. In genere, ma non per forza, queste determinati si realizzano confermando al maschio di essere maschio ed alla femmina di essere femmina. Alla fine di questo processo una persona si sente a tutti gli effetti maschio o femmina, non solo lo è.

Poi vengono i cosiddetti ruoli sessuali che non sono altro che i ruoli che in una determinata cultura vengono considerati normali per un maschio e per una femmina. Ad esempio, in un passato recente, la nostra cultura prevedeva che l’uomo fosse il capo famiglia che provvedeva al mantenimento della stessa, mentre la donna doveva essere l’angelo del focolare che si prendeva cura della casa, dei figli, ecc. Questi ruoli possono variare molto da cultura a cultura ed anche in una stessa cultura in tempi storici diversi.

I ruoli sessuali si imparano, conseguentemente all’identità, tramite l’osservazione e l’imitazione degli adulti del proprio mondo e tramite li processo educativo.

I ruoli sessuali, frutto di apprendimento, rappresentano la parte più superficiale e relativamente più facile da modificare della persona. L’identità, invece, è una realtà molto più profonda e radicata, che importanti istituzioni scientifiche internazionali e nazionali (OMS, APA, OPL ecc.) invitano a rispettare. Il sesso biologico, infine, è immutabile; anche se le moderne tecniche medico-chirurgiche consentono un apparente cambio di sesso.

Nelle condizioni comunemente attese una persona è maschio o femmina, si sente maschio o femmina e si comporta da maschio o da femmina. Altre volte succede che identità e/o ruoli non siano in linea con il sesso biologico o, molto più frequentemente, succede che il senso di identità sia poco solido ed i ruoli confusi. Ad esempio, un individuo può ritrovarsi con un sesso biologico maschile ma si sente donna e, intanto, si comporta da maschio per un senso di vergogna e per paura di venir respinto dai conoscenti. A questo riguardo va ricordato il dibattito, a volte cruento, tra chi propende a rispettare l’identità incoraggiandone l’affermazione (terapie affermative) e aiutando l’individuo a vivere liberamente la propria realtà e chi, invece, (terapie riparative) si propone di riparare, appunto, l’identità del soggetto per renderla in linea con il sesso biologico. Come accennato in precedenza importanti istituzioni scientifiche internazionali e nazionali propendono per le terapie affermative invitando esplicitamente ad astenersi dall’intraprendere terapie riparative.

Soprattutto in una cultura come la nostra, che è in veloce cambiamento, si succedono modificazioni più o meno profonde dei ruoli sessuali attesi creando, a volte, difficoltà negli individui. In passato la distinzione tra ruoli maschili e femminili era molto più marcata di oggi in tutti i settori. Oggi, invece, sentiamo parlare di parità, di unigender, di unisex, ecc. La differenza tra ruoli maschili e femminili non è più cosi scontata e definita. Anche a livello di identità sessuale, alcuni, parlano di queer, cioè di situazione liquida, fluida per cui un soggetto, almeno potenzialmente, potrebbe sentirsi maschio, femmina o quant’altro.

Oggi, ad esempio, non esistono quasi più professioni aperte solo ai maschi. Pur essendo ancora possibile notare delle prevalenze maschili in alcuni ambiti e femminili in altre, le donne hanno accesso a qualunque professione. Anche per quanto riguarda l’abbigliamento, in passato la distinzione tra abbigliamento maschile e femminile era molto più chiara e demarcata; oggi, infatti, possiamo facilmente incontrare un uomo e una donna vestiti uguali, ad esempio entrambi vestiti con i jeans e maglione. Anche lo stesso corteggiamento assume configurazioni estremamente varie: in passato era previsto che fossero gli uomini parte attiva, oggi può tranquillamente succedere che sia la donna ad assumere un ruolo attivo e corteggiare i maschi.

Esistono poi le grandi differenze interculturali che attualmente vengono evidenziate dai massicci flussi migratori. La nostra realtà culturale non è univoca e presenta al suo interno moltissime variazioni anche molto marcate, alcune più profonde, altre più superficiali, alcune facilmente accettabili altre che suscitano opposizione e rifiuto: Un individuo crescendo si trova definirsi nel confronto, non sempre semplice, tra proprie caratteristiche più o meno definite e una grande varietà di modelli e pressioni esterne.

I concetti di scelta e di varietà di subculture cui orientarsi sono oggi molto importanti. L’uomo, però, non è totalmente libero di scegliere in quanto vincolato dall’educazione ricevuta, dalle mitologie della subcultura d’origine, dai valori interiorizzati, dalle esperienze di vita pregresse, dalle paure, dai desideri, dagli interessi, dalle compagnie, ecc.

Negli anni recenti forti movimenti culturali si sono mossi nella direzione di demolire la rigidità dei riferimenti tradizionali, oggi, però, assistiamo ad una situazione confusa, una torre di Babele in cui gli individui cercano dei riferimenti, purtroppo a volte effimeri, che diano orientamento. Già pochi anni dopo la fase di contestazione, infatti, Battiato cantava “… cerco un centro di gravità permanente …”

Credo che questa ricerca debba muoversi attraverso la conoscenza, la valorizzazione, la correzione, l’integrazione e lo sviluppo di quanto assorbito in precedenza che, volenti o nolenti, ci guida ma anche senza presunzione e paura nel confrontarsi con il nuovo e la diversità.

 

Giuseppe Cesa,

psicologo – psicoterapeuta

 

 

 

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