Nascite al minimo storico. Italia sempre più vecchia e popolazione in calo

Nascite al minimo storico.

Italia sempre più vecchia e popolazione in calo

 

Autore: Armando Savignano 

 

 

2017: un record negativo

Sono stati diffusi i dati sugli indicatori demografici del nostro paese. L’età media è di 45 anni, l’immigrazione è in aumento, l’emigrazione è in calo. Nel 2017 si conteggiano 464mila nascite: dato che segna il nuovo minimo storico e il 2% in meno rispetto al 2016, quando se ne ebbero 473mila. Si tratta della nona consecutiva diminuzione dal 2008, anno in cui furono pari a 577mila. La riduzione delle nascite rispetto al 2016 interessa gran parte del territorio, con punte del -7,0 % nel Lazio e del -5,3% nelle Marche. Soltanto in quattro regioni si registrano incrementi: Molise (+3,8%), Basilicata (+3,6%), Sicilia (+0,6%) e Piemonte (+0,3%). In Italia, è senza figli una donna su cinque e il numero medio dei figli cala a 1,24.

 

 

Rispetto a questo vero e proprio ‘inverno demografico’ è quanto mai opportuno concentrarsi sui rimedi e i tentativi di soluzione del problema con la premessa che lo Stato non si intrometta se non per incentivare, dato che tale cruciale questione riguarda essenzialmente la privacy delle persone. Il che non può eludere tuttavia l’interrogativo se un figlio sia solo una questione esclusivamente privata o abbia anche risvolti sociali e pubblici.

Forse non è inutile interrogarsi sulle soluzioni escogitate da altri paesi per tentare di risolvere la questione della denatalità.

 

In Francia: l’intervento dello Stato

Nell’ottica della legislazione francese l’intervento dello Stato non è visto come un’infrazione della libertà individuale, ma come un miglioramento di essa in quanto aiuta le coppie ad appagare i propri desideri. La politica che ne risulta è stata attivamente perseguita per vari decenni e si può dire che faccia ormai parte della cultura dominante. Include varie componenti relative all’assistenza economica, alle abitazioni, all’istruzione pre-scolare, al doposcuola ed ai congedi per maternità e per la cura dei figli.

Gli interventi a favore della donna e della famiglia messi in atto dal governo francese puntano ad aumentare la natalità, mentre quelli della Svezia forniscono ampi sussidi familiari al fine di salvaguardare il benessere dei figli e delle coppie, favorendo nel contempo la parità dei sessi, ma senza perseguire l’obiettivo di modificare i comportamenti demografici. Il modello svedese appare più rispettoso delle scelte individuali.

 

In Italia: il progetto demografico che non c’è

L’Italia – fatta eccezione per il periodo fascista, durante il quale vi fu una politica demografica purtroppo finalizzata a favorire la nascita di figli maschi da inviare al fronte per perseguire tragici disegni di grandezza – non ha mai avuto un progetto demografico.

Accanto a cause di ordine economico-sociale occorre anche riferirsi a motivi di indole culturale per tentare di analizzare il declino delle nascite. La riduzione del numero dei primi figli è responsabile al 57% del calo della fecondità. Il che significa che è solo parzialmente vero che non si fanno figli per motivi economici, ma per altre ragioni.

 

Aspetti sociologici della famiglia oggi

Occorre considerare anche i mutamenti verificatesi nella famiglia. Sale infatti la data del

matrimonio o dell’unione: 35 anni per gli uomini e 32 per le donne. La maternità non è più al centro degli interessi – non tuttavia: dei desideri – delle donne, ma diventa un obiettivo tra tanti. E’ urgente parlare finalmente degli uomini, della loro infertilità e soprattutto delle loro aspettative.

Ma anche del rapporto con le donne: da questo lato, si dice, vi sono stati molti cambiamenti, ma non sono ancora decisivi. La figura paterna risulta ancora, almeno agli occhi delle donne, de-responsabilizzata.

Non casualmente esse sovente affermano di non aver ancora trovato l’uomo giusto per poter procreare.

Ma è la paura del futuro ad assurgere, in queste temperie storica, a ragione decisiva per la questione demografica. La coppia non riesce più a vedere che il proprio orizzonte si prolunga anche attraverso i figli, poiché nutre molta sfiducia e pessimismo nel futuro.

Tutto ciò non è nuovo nella storia ed è stato un fattore determinante per il tramonto di una civiltà.

Armando Savignano

Condividi, se ti va!