Essere vecchi …

Essere vecchi …

 

Essere vecchi è dover cominciare ogni volta da zero e, tante volte, essere costretti a imparare cose basilari, persino quelle che si erano insegnate agli altri per tutta la vita.

Essere vecchi è fare quello che si è sempre fatto, ma molto più lentamente, dosando lo sforzo smisurato a cui delle attività minime adesso ci obbligano.

Essere vecchi è mostrare, all’estremo della fragilità, di avere sette vite.

Essere vecchi è accettare il presente, sentendo che l’imprevedibile ci marca stretto e saggiamente riderne.

Essere vecchi è fare più con meno: sapere che si può contare sulla forza di una mano sola o sul sostegno di uno solo dei fianchi, e tuttavia insistere e continuare.

Essere vecchi è lottare per intavolare una conversazione con un quinto del vocabolario, ma con gli occhi che parlano cinquanta volte di più.

Essere vecchi è non poter contare su nessuno per lunghe ore che paiono senza fine, cercando di mantenere vivo l’inestinguibile filo dell’amore.

Essere vecchi è anche un miracolo. I vecchi miracolano. Sono responsabili di quell’incessante prodigio che è la vita.

 

Josè Tolentino Mendonҫa

(1965- , presbitero teologo, poeta e narratore, vice-rettore dell’Università CattolicaPortoghese).

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