UCIPEM Unione Consultori Italiani Prematrimoniali e Matrimoniali
Allattamento al seno: capiamo come funziona
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Autrice: A. Venegoni
Il seno è costituito da tessuto ghiandolare, di cui sono formati gli alveoli, nei quali viene prodotto il latte, poi riversato nei dotti galattofori i quali terminano a livello del capezzolo nei pori lattiferi dai quali fuoriesce il latte; vi sono poi altri componenti come il tessuto adiposo, generalmente responsabile della dimensione del seno, il tessuto connettivo che attraverso i legamenti sostiene il seno e lo ancora al torace ed i vasi sanguigni ed il sistema linfatico.
Con la gravidanza il seno completa il suo sviluppo; la grandezza del seno aumenta, può essere che si formino delle smagliature, la pelle diventa più sottile e le vene sottocutanee risultano più visibili. L’areola (zona che circonda il capezzolo) diventa più scura, si pigmenta un’areola secondaria, il capezzolo diventa più prominente ed aumenta la sensibilità; si modificano le ghiandole del Montgomery (piccole prominenze a livello dell’areola) aumentando la dimensione ed iniziando a produrre una sostanza con la funzione di lubrificare il capezzolo durante la suzione.
Inoltre nella seconda metà della gravidanza spesso le donne iniziano a produrre il colostro, una sostanza giallastra che nutrirà il neonato nei primi giorni di vita. Nel caso in cui una donna in gravidanza noti la produzione di questo liquido molto utile può essere spalmarlo a livello del capezzolo e dell’areola poiché estremamente nutriente (la produzione di colostro in gravidanza potrebbe anche non verificarsi, non si tratta di un segnale predittivo di un mancato allattamento)
La lattogenesi (processo attraverso cui le cellule del tessuto della ghiandola mammaria secernono latte) è subordinata a due ormoni: la prolattina e l’ossitocina.
La prolattina viene secreta dall’ipofisi nel momento in cui viene sollecitato il capezzolo (suzione, spremitura) stimola le cellule delle ghiandole mammarie alla produzione di latte, i livelli di prolattina sono molto più elevati durante la notte di conseguenza anche la produzione del latte è maggiore. L’ossitocina viene secreta dall’ipotalamo, sempre in conseguenza alla suzione del neonato, questo ormone ha la funzione di far contrarre le cellule che circondano gli alveoli favorendo la fuoriuscita del latte. Per effetto dell’entrata in circolo dell’ossitocina durante la poppata, la madre può avvertire delle contrazioni uterine (fondamentale nel post-partum, per favorire una buona contrazione dell’utero per prevenire le emorragie e facilitare il ritorno dell’utero alle dimensioni pregravidiche).
Accade a volte che anche solo il pensare al proprio bambino, guardarlo teneramente, prenderlo in braccio o l’avvicinarsi della poppata determini il rilascio di ossitocina e la conseguente fuoriuscita di latte dal capezzolo. La sintesi dell’ossitocina viene spesso inibita dallo stress e dalle preoccupazioni è pertanto estremamente importante per l’avvio ed il mantenimento di un buon allettamento che la madre si trovi in un contesto in cui si senta supportata, incoraggiata, aiutata e consigliata da persone competenti in materia.