SUGGERIMENTI PROCEDURALI PER LA PREVENZIONE DELL’INFEZIONE DA SARS-COV-2 IN AMBITO CONSULTORIALE

 

                                         

 

 

SUGGERIMENTI PROCEDURALI PER LA PREVENZIONE DELL’INFEZIONE

DA SARS-COV-2 IN AMBITO CONSULTORIALE

 

Autore: Francesco Lanatà

Il DPCM 33 del 16 maggio c.a. consente la ripresa di numerose attività lavorative in sede, prima concesse solo a distanza. Con l’emanazione di questo decreto si sancisce il passaggio alla fase due della pandemia da COVID-19. Passaggio alla fase due non significa tuttavia che le cose vadano meglio e tutto sta per essere risolto. Si tratta anzi di un momento molto delicato in cui un abbassamento della guardia può provocare danni ben superiori a quelli fino ad ora subiti.

Fino a oggi molti consultori, sfruttando i progressi informatici, avevano mantenuto fede alla loro mission svolgendo la loro attività a distanza. Da oggi è possibile ripartire anche con le attività in sede; ma per mantenere l’incolumità degli operatori del consultorio e degli stessi utenti, è necessario rispettare misure di sicurezza specifiche.

 

Il Consiglio Direttivo dell’UCIPEM, forte dell’esperienza maturata, vuole fornire ai consultori che vogliano ricominciare con l’attività in sede una serie di suggerimenti ritenuti necessari per mantenere il più elevato grado di sicurezza possibile sia per gli operatori del consultorio che per gli utenti.

 

Accesso al consultorio:

  • Gli sportelli al pubblico devono essere dotati di barriere in vetro, policarbonato o plexiglass idonee a impedire la trasmissione del virus da utenti a operatori e viceversa.
  • In caso di impossibilità di applicare le barriere il personale della segreteria deve dotarsi di visiere protettive trasparenti da sanificare frequentemente.
  • L’accesso dell’utenza deve avvenire in maniera scaglionata in maniera da evitare il benché minimo l’affollamento nelle sale di attesa dove le poltroncine devono essere messe a distanza minima di cm 180 da lato interno a lato interno. Tuttavia anche se la sala di attesa fosse sufficientemente ampia da consentire lo stazionamento di più persone, è consigliabile che in essa non stazioni più di un solo utente; si potrà così evitare anche l’incrocio di percorso tra due utenti.
  • L’utente che accede al consultorio deve già avere indossato una mascherina facciale. Qualora per qualche motivo non ne fosse provvisto sarà l’operatore del check point a fornirgliene una.
  • All’ingresso deve essere istituito un servizio di check point. A tale scopo è necessario il posizionamento di un tavolo su cui porre un termometro no tuch, un flacone di disinfettante per le mani e un raccoglitore per i moduli di autocertificazione (allegato 1). Al momento dell’ingresso di qualsiasi persona, un operatore adeguatamente preparato e ufficialmente  incaricato, deve essere la prima persona che accede al consultorio durante la giornata e deve essere la prima ad autosottoporsi alla seguente procedura: disinfezione delle mani, misurazione della temperatura corporea, compilazione del modulo in cui si dichiara che non si è stato a contatto con persone affette da Covid o sospette, che non avverte sintomi da patologie respiratorie sospette e che non ha avuto rialzi febbrili. Sullo stesso modulo va annotata la temperatura corporea. Il modulo va infine firmato e insieme agli altri funge da registro per tracciabilità. L’operatore addetto effettuerà quindi la stessa procedura su tutte le persone che accederanno al consultorio nel corso della giornata: operatori e utenti. Tutti i moduli vanno quindi raccolti e conservati nel rispetto della legge sulla privacy per un periodo non inferiore a 5 anni.

 

Corridoi:

  • I corridoi devono essere liberi da suppellettili che possano ridurre l’efficacia delle procedure di sanificazione.
  • All’ingresso delle porte di ogni stanza devono essere applicati dispensatori di soluzione idroalcolica per l’igiene delle mani.
  • È vietato sostarvi o farvi assembramenti.

 

Sale per consulenza:

  • Le stanze di consulenza devono essere sgombre da suppellettili che possano ridurre l’efficacia delle procedure di sanificazione: (più l’ambiente o l’oggetto da sanificare è semplice, meglio è sanificabile) (Le linee guida canadesi prescrivono che tutto ciò che non è facilmente sanificabile non si deve acquistare).
  • Le sedie o le poltrone devono essere poste in maniera tale che tra il consulente e l’utente vi sia una distanza non inferiore a due metri.
  • Nel caso in cui la stanza sia dotata di un tavolo frapposto tra le due poltrone, su questo è consigliabile applicare una barriera in vetro, policarbonato o plexiglas, da montare con apposito telaio. In tal caso la distanza tra le due poltrone potrà essere anche inferiore ai due metri.
  • Non è consentito salutare l’utente col gesto del dare la mano.
  • Durante tutta la consulenza è necessario utilizzare la mascherina facciale.
  • Alla fine di ogni consulenza deve essere effettuata la sanificazione di tutto ciò che potrebbe essere stato contaminato nel corso della consulenza: pavimento, maniglie, ecc. E’ inoltre necessario aerare il locale aprendo la finestra per almeno 15 minuti.

 

Ambulatori:

  • Negli ambulatori non è necessaria alcuna barriera sulla scrivania in quanto nel momento in cui viene effettuata la visita, l’atto sanitario costringe comunque ad un avvicinamento tra il medico o l’ostetrica e il paziente. A tale carenza si supplisce con i DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) (guanti, mascherine facciali e camici) che devono essere sempre indossati e devono essere a norma. (DPI non idonei e spacciati per tali o male utilizzati espongono chi li indossa a rischi maggiori rispetto a coloro che pur non usandoli fanno attenzione stando a debita distanza di sicurezza) (A tal proposito, ritengo più corretto sia dal punto di vista tecnico che etico, parlare di distanziamento interpersonale di sicurezza invece che di distanziamento sociale).
  • Eliminare tutto ciò che non è strettamente necessario alla esecuzione della visita o dell’esame diagnostico allo scopo di agevolare le procedure di sanificazione su tutto il resto dell’ambiente.
  • Le grosse apparecchiature devono essere provviste di cover da rimuovere al bisogno.
  • Le sonde ecografiche, anche quelle addominali, durante l’esame devono essere dotate di cuffia di protezione che, al termine dell’esame, deve essere smaltita con i rifiuti speciali ospedalieri.
  • Gli strumenti piccoli devono essere alloggiati in appositi cestelli inox sterilizzabili.
  • Alla fine di ogni consulenza deve essere effettuata la sanificazione di tutto ciò che potrebbe essere stato contaminato nel corso della consulenza: pavimento, maniglie, ecc.
  • Tutto ciò che è monouso deve essere smaltito adagiandolo nei contenitori per i rifiuti speciali.

 

 

Sala riunioni di équipe:

  • La stanza dedicata alle riunioni di équipe deve essere sufficientemente ampia da consentire una distanza minima tra le poltrone o le sedie di almeno due metri. Qualora la stanza non avesse una capienza sufficiente per contenere tutti i membri dell’équipe, una parte di essi potrà partecipare alle riunioni con i mezzi informatici.
  • Nelle riunioni di équipe va indossata la mascherina facciale.

 

Impianto di condizionamento dell’aria:

  • Se il consultorio non è provvisto di impianto di condizionamento dell’aria diventa essenziale mantenere una adeguata ventilazione dei locali tenendo aperte le finestre anche durante le singole consulenze o comunque alla fine di ognuna.
  • Negli edifici dotati di specifici impianti di ventilazione (Ventilazione Meccanica Controllata, VMC) che movimentano aria attraverso un motore/ventilatore e consentono il ricambio dell’aria di un edificio con l’esterno. Questi impianti devono mantenere attivi l’ingresso e l’estrazione dell’aria 24 ore su 24, 7 giorni su 7 (possibilmente con un decremento dei tassi di ventilazione nelle ore notturne di non utilizzo dell’edifico). Proseguire in questa fase mantenendo lo stesso livello di protezione, eliminando totalmente la funzione di ricircolo dell’aria per evitare l’eventuale trasporto di agenti patogeni.
  • Per assicurare un miglior e più sicuro uso dei sistemi di climatizzazione in ambienti indoor, di piccole o medie dimensioni, in accordo con l’ISS (Istituto Superiore di Sanità) e con quanto espresso dalla SIMA (Società Italiana di Medicina Ambientale), si consiglia, prima dell’accensione dell’impianto, di lavare con acqua e sapone liquido i filtri degli split, pulire le parti esposte degli stessi con un prodotto igienizzante e dopo aver lasciato asciugare le superfici esposte e i filtri, riporre questi ultimi nei loro alloggiamenti.
  • I motori esterni, solitamente posizionati su balconi, terrazzi, tetti o a terra dovrebbero essere sanificati periodicamente da tecnici specializzati. Stesso intervento è consigliabile per quegli split o radiatori mal manutentati, che presentano evidenti segni di degrado, sporcizia, presenza di polveri e muffe accumulate e/o incrostazioni.
  • Gli impianti canalizzati devono essere sanificati da personale esperto prima di rendere operativo il sistema.
  • Per gli impianti di condizionamento multizona, destinati al controllo ambientale di umidità e temperatura dei locali serviti maggiori attenzioni devono essere dedicate al corretto mantenimento/pulizia e sanificazione/disinfezione/bonifica delle sezioni principali di scambio, quali batterie calde e fredde, umidificazione ad acqua e batterie di post-riscaldamento, canalizzazioni di distribuzione aria e dello stato dei filtri ai vari livelli. Fermo restando l’importanza di periodici ricambi d’aria, anche sistemi di purificazione e/o monitoraggio dell’aria indoor sono consigliati, purché validati scientificamente da Enti terzi pubblici e dotati di certificazioni che ne attestino il reale potenziale di mitigazione dei contaminanti aero-dispersi (compresi virus e batteri).
  • Nel regolare il flusso dell’aria dagli split, evitare che il getto vada dall’alto verso il basso. Si evita così di dirigerlo direttamente verso le persone presenti nell’ambiente, preferendo direzionare le griglie esterne verso l’alto.
  • Igienizzazione dei condizionatori (fancoil): La prima cosa da fare è staccare la presa dell’alimentazione elettrica, per non rischiare spiacevoli incidenti durante le fasi di pulizia. Tolto il coperchio esterno dell’apparecchio, è necessario rimuovere la polvere. Il metodo più veloce ed efficace è quello di utilizzare l’aspirapolvere. In pochi minuti il condizionatore sarà libero dalla polvere che si è accumulata nel corso dei mesi. Per essere sicuri e avere una pulizia approfondita, è necessario munirsi di un panno in microfibra, di uno sgrassatore per rimuovere lo sporco e l’unto e un buon germicida e passarli nella parte interna del condizionatore. Per quanto riguarda la pulizia del filtroche èla parte dell’apparecchio che raccoglie la maggior parte dello sporco e dei microbi se questo è formato da carboni attivi, è necessario togliere quelli esauriti e lavare con acqua tiepida quelli ancora buoni. Se l’apparecchio ha i filtri normali, è necessario smontarli facendo molta attenzione a non scuoterli e a non romperli e dopo averli spolverati con un aspirapolvere, vanno sottoposti a lavaggio in acqua tiepida e sapone neutro e quindi a disinfezione con alcool al 75%. Per una scelta green i detergenti chimici possono essere sostituiti da acqua e aceto di vino o bicarbonato, entrambi ottimi sgrassatori e disinfettanti. A lavaggio ultimato, prima di riposizionare il filtro, è bene farlo asciugare all’aria aperta lontano dal sole.
  • Frequenza: Le procedure di igienizzazione sopra esposte devono essere effettuate con cadenza settimanale quindi opportunamente documentate e registrate.

Igiene ambientale:

  • Nella attuazione della fase 2 vanno attentamente implementate e messe in atto e riorganizzate nuove azioni per rispondere alle esigenze di salvaguardia della salute del personale e della collettività.
  • Gli addetti/operatori professionali che svolgono le attività di pulizia quotidiana degli ambienti e/o luoghi (spolveratura e spazzamento ad umido o con panni cattura-polvere, lavaggio, disinfezione, ecc.) devono correttamente seguire le procedure, i protocolli, le modalità iniziando la pulizia dalle aree più pulite verso le aree più sporche, e adottare correttamente l’uso di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)
  • Evitare di eseguire queste operazioni di pulizia/disinfezione in presenza di dipendenti o altre persone. Le pulizie quotidiane degli ambienti/aree, devono riguardare le superfici toccate più di frequente (ad es. porte, maniglie, finestre, vetri, tavoli, interruttori della luce, servizi igienici, rubinetti, lavandini, scrivanie, sedie, tasti e pulsanti apriporta, tastiere, telecomandi, stampanti).
  • Utilizzare panni, diversi per ciascun tipo di oggetto/superficie, in microfibra inumiditi con acqua e sapone oppure con una soluzione di alcool etilico con una percentuale minima del 70% v/v e successivamente con una soluzione di ipoclorito di sodio diluita allo 0,5% di cloro attivo per i servizi igienici (es. come la candeggina che in commercio si trova al 5% o al 10% di contenuto di cloro), e allo 0,1% di cloro attivo per tutti le altre superfici. Possono essere presi in considerazione anche altri prodotti professionali ad azione detergente e disinfettante facendo attenzione al corretto utilizzo per ogni superficie da pulire. A tal proposito si ricorda che è essenziale seguire le indicazioni delle schede tecniche e di sicurezza e che è vietato effettuare miscele non indicate da queste.

Note conclusive:

  • È necessario che ogni consultorio si doti di una adeguata riserva di dispositivi di protezione individuale DPI.
  • L’uso di guanti è necessario solo nel corso delle visite mediche e nei processi di sanificazione. In tutti gli altri momenti è sufficiente igienizzare le mani con soluzione idroalcolica.
  • Negli ultimi anni si sono affacciate sul mercato metodologie alternative e/o complementari agli usuali processi di sanificazione come erogatori di vapore acqueo surriscaldato o vaporizzatori di perossido di idrogeno o altre soluzioni disinfettanti. Queste metodologie possono essere utilizzate per quelle strutture consultoriali di grandi dimensioni per le quali la direzione reputi insufficiente la sola sanificazione manuale.
  • L’implementazione delle norme igieniche trova oggi il suo razionale nella necessità di attuare adeguate misure di contrasto alla diffusione della pandemia da SARS-COV-2. Non dimentichiamo tuttavia che da questo trova giovamento anche la lotta contro altre malattie infettive altrettanto pericolose come infezioni da Clostridium difficilis e tutti gli altri batteri diventati resistenti ai comuni antibiotici e responsabili di migliaia di decessi per infezioni correlate alla assistenza ospedaliera.

 

 

 

 

 

 

QUESTIONARIO CHECK POINT

 

  1. Nelle ultime settimane ha avuto contatti con persone covid positive o sospette?                                 Si                     No

 

 

 

  1. Ha manifestato in questi ultimi giorni raffreddore, tosse, febbre o altri sintomi influenzali?            Si                         No

 

 

 

 

 

 

 

  Firma Paziente

 

 

 

 

 

VALUTAZIONE AL CHECK POINT

 

Sono presenti sintomi influenzali:    Si                  No

 

Temperatura corporea:

 

 

 

Data                                                    Firma operatore

 

 

 

 Per ulteriori chiarimenti si può telefonare al Presidente

dell’UCIPEM dott. Francesco

Lanatà – Consultorio di Pisa: 0503191768

 

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