La consulenza

Autrice: Gabriella Moschioni

L’O.M.S. Organizzazione Mondiale della Sanità affermava che il benessere della famiglia non è la somma del benessere dei singoli membri, ma il prodotto dell’armonia delle relazioni interpersonali

Karl Rogers

l’amore non guarisce, la relazione sì

Sergio Cammelli

Laicità e ispirazione

 “mettersi in religioso ascolto della persona umana nella sua dignità e nel rispetto delle sue convinzioni etniche, religiose e politiche.

Una conversazione fra colleghi e amici dell’Ucipem

Mettetevi comodi, rilassatevi, non prendete appunti,

godetevi un’ora e mezza di serenità.

Permettetevi di ascoltare con le orecchie e col cuore le vostre emozioni senza giudicarvi senza cercare di ricordare come lavorate….

E’ così che dovranno sentirsi le persone che si siedono davanti a voi

Alcune considerazioni preliminari in apparente contrapposizione  

dobbiamo sapere e tener presente che il nostro cervello quando incontra per la prima volta una persona si mette in posizione di difesa e la giudica.

Sapere questo fa sì che ascoltiamo le nostre emozioni e le rendiamo “buone” e restituiamo alla persona un ascolto corretto

Empatia

non significa solo in modo generico ti capisco,

significa

esprimere “io sono qui per solo per te o per voi tutta quest’ora

  • ” il fatto “temporale”

delimita e definisce la mia prestazione professionale

significa

  • che devo lavorare su me stessa, sulla autostima personale e professionale
  • che posso farmi aiutare da colleghe consulenti familiari NON supervisori
  • che sarebbe auspicabile che con le colleghe formiate un gruppo con riunioni periodiche calendarizzate. (professionalità – confronto costruttivo – cordialità affettiva)
  • se io sono la nonna dell’U.C.I.P.E.M. sono orgogliosa del mio “mestiere”
  • “mestiere” che non vuol dire “fare le pulizie
  • vuol dire essere ARTIGIANI come era carpentiere San Giuseppe che aveva origini regali
  • come asseriva il Prof. Cesare Kaneklin docente universitario all’Università cattolica di Milano e segretario scientifico del mitico primo corso indetto dalla Regione Lombardia e sviluppato dall’Istituto La Casa di Milano. Don Paolo Liggeri e Alice Calori che sicuramente

non avevano complessi di inferiorità

  • Kaneklin sosteneva che l’allievo dell’artigiano nei tempi antichi andava ad abitare nella stessa casa del maestro e ne condivideva il desco, le abitudini, lo stile di vita

significa

  • che in “De re publica Marco Tullio Cicerone 50 a.c……racconta la citazione

significa

  • Il termine cliente negli U.S.A. è un rafforzativo = cliente persona che paga e che merita rispetto,
  • noi che non abbiamo problemi di pagamento potrebbe piacere di più Terapia centrata sulla persona)

che io devo essere orgogliosa della mia professione

last but not least

EMPATIA

significa

io sono qui per te, ti accolgo, sei importante per me, ma per tradurre in termini semplici ti salvo se stai annegando, ma non sono disposto ad annegare con te ( (cfr Rogers “distacco” )

Riprendiamo il nostro vecchio Karl che parla di

  1. CONGRUENZA
  2. TRASPARENZA

Nonostante mi sia riletto Rogers per preparare questo incontro su questi due concetti ritengo che su questi due concetti sia un poco sfuggente e non chiaro.

La congruenza viene tradotta con autenticità, non dimentichiamo che Rogers non è psichiatra perché ha fatto, senza mai laurearsi generici studi umanistici e storici.

Tutti gli psichiatri hanno bisogno di mettere in campo un fortissimo e rigido distacco, io sostengo che si tratti di un bisogno loro e non del “paziente”.

Gli psichiatri più sereni, sicuri di sé, che hanno una vita personale e familiare felice non hanno paura di esprimere nella gestualità e nel cuore riescono a comunicare partecipazione e cordialità.

Per noi, consulenti familiari dell’U.C.I.P.E.M. la congruenza non è una generica autenticità, ma congruenza

è fedeltà ai nostri valori e serena ed efficace condivisione  della carta dell’ U.C.I.P.E.M.

l’ispirazione evangelica

come asseriscono Cammelli, Liggeri,  Calori.

Significa:

ASCOLTO

  1. Ascolto dell’altro
  2. rispetto dei suoi valori anche se sono diversi dai nostri
  3. noi, consulenti familiari dell’U.C.I.P.E.M, siamo aconfessionali apolitici
  4. rispettiamole idee, le credenze, le convinzioni delle persone, le rispettiamo anche con l’espressione dei nostri occhi.
  5. Ci controlleremo senza ansia come dice Rogers senza neanche alzare un sopracciglio; anzi Rogers esemplifica “Se un paziente mi dice ho ucciso mia madre, io risponderò se l’hai fatto avrai avuto i tuoi buoni motivi” In questo modo gli comunicherò che la cosa che ha fatto è importante e grave, ma io non lo sto giudicando, anzi il mio atteggiamento sarà ancora più accogliente (vedi Sergio Cammelli)

In questo modo la persona non alzerà le difese e si guarderà insieme al consulente familiare ’U.C.I.P.E.M con occhi benevoli e sarà più facile per lui capire ed ammettere la gravità delle sue azioni.

Non dimentichiamoci che Rogers trattava i veramente matti, mentre

la nostra risorsa (=il nostro campo di azione è la normalità).

Se nella storia che racconta la persona emerge che in passato aveva fatto aborti procurati noi dobbiamo stare molto attenti alla nostra psiche e alla nostra espressività.

A titolo di esempio

una escort nel suo racconto prima di raccontarmi ogni aborto mi diceva “moschioni è pronta?” quasi a prepararmi a proteggermi….

un personaggio famoso con all’attivo una quantità di aborti fra spontanei e procurati mi diceva – dandomi del tu, “che bello parlare con qualcuno che ti accoglie, non ti giudica, non dice a nessuno”

 Io che so di essere fin troppo espressiva, non potendo e non volendo cambiare ho lavorato molto su me stessa sulla capacità di non giudizio. E’ un lavoro lungo che deve continuare fino alla morte confidando che nell’al di là, Qualcuno non mi giudichi, ma mi ami (Dio)

  • Ascolto di sé

Rogers :

  • La relazione con me stesso
  • le “miei dinamiche familiari,
  • i miei lutti,
  • le mie elaborazioni del lutto
  • le mie fragilità
  • i mei bisogni
  • i miei desideri
  • i mie sogni
  • la mia generosità
  • le mie motivazioni

ma soprattutto :     

  • le mie valenze positive ,
  • la mia autostima,   
  • il rapporto con me stesso

Rogers afferma l’amore non guarisce, ma la relazione SI’, pertanto

una buona relazione con sé, un’amicizia: mi sono simpatica!

Trasparenza

Rogers nomina trasparenza senza sviluppare alcuna teoria

Io nella mia lunga esperienza quasi 50 anni con oltre 67.000 colloqui) e nella supervisione ho lavorato su di me per  utilizzare  la mia storia, se e quando serve, perché capito e compreso che al mio cliente serve : attualizza le sue difficoltà e si consola.

L’importante è

  • che io non lo faccia per narcisismo
  • che io non lo faccia per me o per far capire quanto sono brava
  • che io sia ben conscia di quello che sta succedendo
  • che io ascolti me stessa, purifichi il messaggio dentro di me senza compassione verso di me e dei miei problemi
  • che io rimandi poi alla persona che mi sta di fronte una serena “complicità” e condivisone.

Beninteso, questo è il mio modo di lavorare ognuno di voi, per età anagrafica, età di lavoro come consulente familiare, come grado di maturazione umana e familiare avrà un proprio modo di lavorare e di porsi. Nei miei primi anni di lavoro avevo clienti che avrebbero potuto essere genitori, infatti non mettevo i jeans, ma il tailleur.

Adesso qualche mio cliente potrebbe avere l’età dei miei nipoti

Non tutti possono permettersi di essere la nonna dell’U.C.I.P.E.M.

la trasparenza si fa ancora una volta

ASCOLTO

Io che, durante il lockdown mi lamentavo per la poca efficacia dei colloqui a distanza e, successivamente, quando ho cominciato a lavorare in presenza ero disturbata dalle rispettive mascherine, mi sono sempre più convinta dell’importanza del linguaggio del corpo e dell’importanza della disposizione del setting (sedie, poltrona).

Questa volta però parlo di ascolto dell’altro

del linguaggio del suo corpo

ho avuto una cliente inglese che sembrava imperturbabile anche se il problema che portava era importante io, dentro di me, pensavo ma guarda questi inglesi che aplomb!

alla fine dell’ora ho visto che con le mani che teneva nascoste ha aveva ridotto un fazzolettino di carta in mille pezzi

potremmo finire qui

Il colloquio al singolo                   

Come si presenta da solo o in coppia

Se da solo perché?

Invito tramite lui anche il coniuge?

Devo sempre ricordare che il primo cliente è quello che e venuto per primo in consulenza e spetterà a lui come procedere

Devo dirgli che la mia ontologia mi obbliga al segreto professionale più stretto e che non potrò utilizzare i contenuti del primo colloquio         salvo che non sia lui stesso a rivelarlo al coniuge. (avvocato)

N.B. se il primo cliente acconsente ad invitare il partner non lasciar passare troppo tempo fra l’incontro col singolo e la coppia per evitare che il coniuge aggiunto non avverta una connivenza fra il consulente e il primo cliente.

Il colloquio alla coppia         

Jean Jack Lémaire  psicodimanico – direttivo

Relazioni al corso per Consulenti familiari U.C.I.P.E.M. 1975 -1980

e Congressi U.C.I.P.E.M e Associazione Consulenti Familiari a Salsomaggiore

Testo di riferimento; La vie et la mort du couple

Direi che non è consigliabile per i giovani consulenti familiari perché l’approccio del mio amico Jean Jack, che purtroppo è morto, è molto impegnativo

GRAZIE

Come sempre il mio lavoro serve più a me che a VOI

Gabriela

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