ISTITUTO LA CASA 3. Punto 0 L’appassionato GRAZIE dell’ U.C.I.P.E.M.

ISTITUTO LA CASA 3. Punto 0

L’appassionato GRAZIE dell’ U.C.I.P.E.M.

“Istituto La Casa” Milano Via Mercalli 1 punto 0

5 Febbraio 1948 nasce il primo consultorio familiare

 

A cura di Gabriela Moschioni con Beppe Sivelli e Francesco Lanatà

 

 

Alice Calori, Congresso di Bologna 2018

“A don Paolo Liggeri, un sacerdote dagli orizzonti ampi, dalla grande fiducia nell’uomo, in tutti gli uomini, e nella dignità di ogni uomo si deve la prima intuizione in un momento particolarmente grave per il nostro Paese dove già si avvertiva un clima di guerra. Delle sue origini siciliane aveva conservato una creatività arguta e un’operosità instancabile.

A Milano trovò il terreno in cui fare fruttificare le due doti native. Le strade di Dio lo portarono nel 1943 a fondare l’Istituto La Casa, un centro assistenziale per venire incontro a quanti erano in condizione di disagio e di bisogno. Si trattava di rispondere alle necessitò più urgenti delle persone e di cooperare al salvataggio di perseguitati politici, di ebrei. La sua difesa dell’uomo gli costò la prigione e la deportazione dei nazisti in successivi campi di concentramento da Fossoli a Bolzano, da Mauthausen a Dachau.

 

 

 

 

 

Fu una esperienza che avrebbe sconvolto fibre meno robuste della sua. Don Liggeri che ha raccontato queste sue vicende in uno dei suoi libri, Il triangolo rosso, ne uscì consolidato nella fede, con un’intuizione nuova e profonda per il suo futuro. Tra le tante ristrutturazioni, la più importante, quella per la quale lui avrebbe dedicato la vita, era la ricostruzione della famiglia e dei legami familiari. Percorse tutta l’Italia, scrisse libri e articoli per promuovere il valore della famiglia e rafforzarne i legami.

Nel 1948 inizio il primo Consultorio, quando ancora il disagio della famiglia non aveva nome e mezzi per essere risolto. La globalità dell’intervento e la dinamica delle relazioni, che avrebbe in seguito definito la metodologia consultoriale, era assicurata da un gruppo di professionisti di diverse competenze, insieme per promuovere il matrimonio e prendersi cura dei suoi mali. Dall’attività consultoriale ne seguì un’attività di ricerca , di studi, di proposte di leggi, di servizi nuovi che andavano via via emergendo.

Oggi, ancora più di un tempo, i legami sono diventati più fragili e l’individualismo sembra dominare le relazioni, in un crescendo di separazioni e di divorzi. Sono molte le persone che vivono in coppia e chiedono aiuto nelle situazioni di conflitto e di insoddisfazione prima della rottura. Purtroppo altrettante esplodono annientando il legame coniugale, ma se ci son i figli permane il legame genitoriale che va curato e difeso se non si vuole che pesi sui figli…..”.

“Istituto La Casa” Milano 20135 MILANO-via Serviliano Lattuada, 14

 

2 punto 0

 ISTI

 

La Carta dell’U.C.I.P.E.M
Approvata dall’assemblea dei Consultori familiari Soci il 20 ottobre 1979
promulgata dal Consiglio direttivo il 14 dicembre 1979.
Dal sito UC.I.P.E.M. nazionale:
“dopo la prima presidenza di Serafino Trabuchi sotto la Presidenza di Sergio Cammelli (1972-1979 la sede dell’U.C.I.P.E.M. si sposta da Bologna a Milano”
Da Bologna a Milano, appunto la Casa di Don Paolo: la casa dell’ U.C.I.P.E.M. : da Sergio
Cammelli a Giovanni Dardanello (avvocato rotale) a Giancarlo Marcone a Beppe Sivelli, Gabriela Moschioni, Francesco Lanatà rispettivamente un medico di fabbrica, uno psicoterapeuta, un consulente familiare, un ginecologo.
Pur riconoscendo a don Paolo lungimiranza e intuizioni profetiche non ho subito capito che quella casa sarebbe diventata la casa di tutti noi.
Lo ricordo nell’ultima fila della grande aula, che ospitava sempre opere di grande pregio artistico, adiacente alla piccola cappella che era il cuore pulsante di tutto il complesso: don Paolo era “prete”.
Attentissimo e apparentemente distaccato non perdeva una relazione, sornione e affettuoso ci osservava, ci conosceva, era con noi, non ha mai partecipato ad un direttivo, ci lasciava crescere…
Le nostre vite, i nostri ideali, il nostro impegno, le gioie ed i dolori, le nostre responsabilità hanno sempre trovato accoglienza.
La prima accoglienza io l’ho avuta come “utente” nel 1965 ragazzetta spaurita ed è continuata negli anni.
Fra i ricordi più simpatici della mia vita c’è un mazzo di fiori bianchi che è spuntato da sotto il
tavolo nella mitica “biblioteca” dove si svolgevano i direttivi al momento della mia elezione a
presidente.
Ed è Alice Calori l’artefice ed il prototipo dell’accoglienza.
Era Lei ad accoglierci in cima ai pochi gradini pima dell’ingresso era Lei che di noi conosceva
tutto, che ci voleva bene senza smancerie, che trasmetteva sempre e comunque una visione positiva e di speranza.
Ci si sarebbe potuto domandare, ma non ha mai avuto l’influenza? Non è mai stanca?

Chi la conosce come me – per averla avuta come guida in un viaggio in Terra Santa – sa che é una roccia, ma sa anche che ha una capacità di attenzione all’altro che non le permette di guardare alle sue difficoltà.
Lo so bene io che dopo averla pregata di non partire per il Ciad perché aveva appena tolto il gesso da una gamba e da un braccio ho saputo che era partita dalla sua segretaria!
L’ospitalità e la premura perché tutti stessero bene, dalle camere al caffè: tutto era un farci sentire a casa : accolti, ascoltati, valorizzati e spinti sempre a dare il meglio.
Tutti “curati”, a proprio agio, a tutti il tempo e l’attenzione – ad ognuno facilitati nella amicizia e nella collaborazione – ma ferma e intransigente sui contenuti, sulle sintesi, sui principi e sull’efficacia degli interventi e delle decisioni
Da madre intelligente o “da massaia” come ama descriversi – più che da segretaria generale “teneva d’occhio le spese”. La sua oculatezza ha trasmesso di lasciare ai successori un bilancio economico positivo.
Non possiamo in questo contesto non ricordare con riconoscenza Mariuccia l’efficiente, silenziosa e premurosa segretaria che ha affiancato Alice Calori nei quarant’anni di segreteria.
Sempre Alice Calori :
“Fu caratteristica di don Paolo rispondere ai bisogni emergenti e privilegiare l’educazione e la
prevenzione. Ai collaboratori seppe dare fiducia e piuttosto che moltiplicare consultori come creature sue preferì, quando era richiesto, animare gruppi di laici perché, insieme, dessero risposte efficaci ai bisogni della famiglia nel loro territorio. La sua esperienza è quindi diventata patrimonio comune e le sue convinzioni si sono comunicate quasi per contagio e sono giunte a noi con la forza della memoria tesa a porre attenzione ai bisogni relazionali emergenti.”
Don Paolo pur dotato di enormi capacità relazionali non si è mai preoccupato di coltivare amicizie politiche, non ha mai voluto cariche ufficiali neanche nell’U.C.I.P.E.M.
Ha scelto invece l’umanità, l’arte e la scienza, soprattutto le scienze umane.
I suoi rapporti con i personaggi della cultura erano di amicizia e di collaborazione e noi tutti
abbiamo potuto essere formati dalle più grandi esponenti delle scienze umane del periodo della ricostruzione.
Per citarne alcuni Carlo Campagnoli, Giacomo Cavalca , Achille Colombo, Giuseppe De Rita,
Umberto Dell’Acqua, Pierpaolo Donati, Franco Fornari, Guglielmo Gullotta, Cesare Kaneklin,
Jean-G Lémaire, Giuseppe Morganti, Cesare Musatti, Mara Palazzolo Selvini, Edmondo Pasini,
Paolo Procacci, Giorgio Rifelli, Piero Pajardi. Padre Giacomo Perico S.J., Padre Luigi Rosa S.J.,
prof. Arturo Giarola, prof. Selvini, prof. Roberto Mondina,l’avv. Francesco Migliori, che è stato
anche presidente del Movimento per la Vita.
Filosofi, Sociologi, Psichiatri, Psicologi, Genetisti, Ginecologi, Sessuologi, studiosi della fertitilità,
Ostetriche. il Direttore della Scuola Nazionale per Assistenti Sociali, Avvocati, Avvocati Rotali,
Magistrati, Presidenti di Tribunali.
Nel 1975 la Regione Lombardia Assessorato all’Istruzione affida ad Alice Calori il primo Corso per Consulenti Familiari (la legge quadro Consultori familiari n°405 è del 29 luglio 1975) e
testualmente cita come Centro Operativo l’Istituto la Casa di Via Lattuada.

“Istituto La Casa” via Pietro Colletta 31 20135 Milano
3 punto 0

 

Nuova sede per La Casa!
2019-01-15
Istituto La Casa via Pietro Colletta 31 Milano. Vi aspettiamo! M3 fermata Lodi Tibb
All’ Avv. Luigi Filippo Colombo, erede del padre Achille alla presidenza dell’Istituto la casa, da noi interpellato ricorda Padre Perico, in compagnia di past President illustri quali Giuseppe Morganti, genetista, di Piero Pajardi Presidente del Tribunale di Milano e successivamente Presidente di Corte d’Appello a grande pericolo di vita per sé e per la sua famiglia negli anni di piombo, abbiamo chiesto di presentarci
l’Istituto la casa 3.0.
Luigi Filippo da giovanissimo ha conosciuto, amato e stimato insieme al Suo papa° questi personaggi illustri
come il compianto Padre Luciano Cupia che da poco più che neonato giocava sulle ginocchia di George Bernanos!

 

LA CASA HA CAMBIATO CASA
Sì, perché chi, in forza d’abitudine, va a Milano in via Lattuada 14, trova affisso al cancello
un avviso con scritto: “L’Istituto La Casa si è trasferito in via Colletta 31”.
Due strade più in là, infatti, stessa zona, stessa parrocchia, ecco la nuova sede dove
l’Associazione Istituto La Casa svolge la propria multiforme attività di servizio alla persona e alla famiglia: non più il grande palazzo costruito da don Paolo Liggeri quasi sessant’anni fa, con tanto di cappella interna, saloni conferenze e biblioteca, locali consultorio, salette varie, ecc., per non parlare dei cinque piani destinati ad ospitalità, ma 210 metri quadrati di un open space che si estende per tutto il primo piano, suddiviso in varie stanze ad uso ufficio, con ambulatorio ginecologico, tutti regolarmente a norma, come si addice ad un consultorio accreditato da Regione Lombardia come quello dell’Istituto La Casa.
La Casa si è dunque rimpicciolita? Tutt’altro! Occupa soltanto meno spazio di prima ed è
uno spazio più razionale e soprattutto libero. Forse che un grande albero da frutto cessa di essere grande quando si rimpicciolisce per la potatura di fine inverno? Le sue radici sono salde e, per crescere, ha bisogno della libertà dell’aria, del sole e della pioggia. E’ così anche per La Casa che, con l’aprirsi della primavera 2019, dopo un lungo inverno a sgomberare gli infiniti spazi del doppio palazzo di via Lattuada, può rallegrarsi vedendo spuntare nuovi virgulti sul suo vecchio tronco.
L’Associazione, infatti, ha colto, nello sconvolgimento e nella fatica di un mai pensato
trasferimento, rivelatosi “epocale”, l’opportunità di un rinnovamento a tutto campo e di un
rinvigorimento della propria mission, radicata nel carisma del Fondatore. Nella nuova sede ha

trasferito non solo un complesso di attività, ma anche una Storia di carità e di bellezza sempre pronte ad accogliere il bisogno delle famiglie, quello di una casa.
Se ne ha già la percezione quando, aprendo la porta di ingresso al piano terra, un sensore di
movimento accende l’atrio dove una grande scultura di bronzo dell’artista Claudio Trevi attira lo sguardo sul gruppo familiare (papà, mamma e bimbo) incastonato nella scritta “la casa sia il tuo mondo”: conforto e speranza per chi salirà al primo piano e incontrerà l’accoglienza del
Consultorio, in una sobrietà d’ambiente arricchita da qualche tocco di antico o di artistico
proveniente dalla sede originaria (don Paolo Liggeri era amante e mecenate dell’arte, aveva contatti con la Galleria d’arte sacra contemporanea di Villa Clerici e intratteneva rapporti con scultori e pittori ai quali concedeva spazi per mostre). Per nulla insignificante, poi, il fatto che, in questo frangente, le opere artistiche prevalentemente nascoste nella vecchia sede sono state motivo di conoscenza e di comunicazione per l’Istituto e dell’Istituto stesso.
Con questo trasferimento di sede, capitato proprio nel settantesimo compleanno del
Consultorio, l’Associazione ha dunque raccolto la sfida di un cambiamento non solo di ambiente, vincendo la tentazione di ricomporre la situazione logistica dettata dall’abitudine consolidata nel lungo e ricco passato, ma anche di modalità operative, di organizzazione delle persone e del lavoro in una maggiore apertura verso l’esterno (le cosiddette periferie esistenziali), dove il Consultorio dell’Istituto La Casa, che non è disgiunto dalla sua matrice culturale che è l’Associazione, supera l’autoreferenzialità della propria immagine tradizionale ed esce all’aperto, per andare a incontrare il bisogno della gente senza stare ad aspettare che la gente venga a bussare alla porta dell’istituzione.
L’immagine di un ente come l’Istituto La Casa non trova adeguata giustificazione nella tradizione o nell’istituzione, ma nella sua mission in azione, nella sua incontrabilità. E’ questo, perciò, l’impegno di tutti i giorni.
Ritornare all’origine, dunque, al motivo per cui è iniziata questa lunga e ricca esperienza, al
pilastro iniziale su cui poggia l’arcata del ponte che va verso il futuro, nell’equilibrio tra carisma e istituzione, è la traiettoria che ci siamo dati, il cammino che aspetta i passi pieni di speranza degli amici che fanno, oggi, l’Istituto La Casa.
E il buon viaggio è affidato alla Provvidenza.

 

Venite a trovarci!
Luigi Filippo Colombo

Condividi, se ti va!