Il Regno Unito, primo paese a permettere la fecondazione con tre genitori: interrogativi morali

Il Regno Unito, primo paese a permettere la fecondazione con tre genitori:

interrogativi morali

 

 

 Autore: Armando Savignano

L’autorità britannica per la fecondazione medicalmente assistita (Hfea) ha dato il via libera ai trattamenti di fecondazione medicalmente assistita con donazione di mitocondri, che rende possibile la nascita di figli con materiale genetico proveniente da ben tre genitori. Il Regno Unito è così il primo paese al mondo ad approvare l’utilizzo di questa tecnica nei trattamenti per la fertilità umana, ovviamente, in casi specifici.

Il Dna mitocondriale, come è noto, viene ereditato soltanto attraverso la madre e la tecnica genetica oggi consente, secondo molti esperti in modo sicuro, a una donna con una malattia genetica di avere figli sani, attraverso l’impianto nell’ovulo prima o appena dopo la fecondazione in vitro di mitocondri sani di un’altra donna. In sintesi si può affermare che le malattie genetiche mitocondriali rappresentano un numero molto eterogeneo di patologie ereditarie, che riguardano la produzione di energia che rende vitali le cellule umane. Gli organi più colpiti sono cervello e muscoli e le patologie possono manifestarsi nei neonati come cardiomiopatie o encefalomiopatie.

Qualcuno ha già parlato di decisione storica, anche se non mancano problemi e gravi interrogativi etici. Il primo bambino natoin seguito ad una fecondazione assistita con tre persone, ha visto la luce in Messico, si chiama Abrahim Hassan e ha il DNA della madre, quello del padre e un pezzo del codice genetico di una donatrice. Con una complessa procedura è stato possibile sostituire i mitocondri difettosi della cellula uovo della madre con quelli di una donatrice sana evitando, nel caso di quel bambino nato in Messico, che egli ereditasse la patologia della madre che soffriva della sindrome di Leigh.

Se verrà perfezionato il metodo, sviluppato per la prima volta da una clinica inglese di Newcastle(Inghilterra), permetterà a molte coppie con disturbi mitocondriali di avere figli sani: Occorre però rilevare che fra gli esperti sussistono molte obiezioni, la più importante delle quali riguarda la possibilità di rischi di malformazioni per i nascituri. Oltre a ciò, non bisogna trascurare, sia pure nel nobile intento di prevenire malattie, i risvolti bioetici connessi all’utilizzo di ben tre genitori a cui si fa ricorso in questi casi particolari. E che dire poi della sicurezza della tecnica stessa che finora ha suscitato non poche perplessità? Occorre infine domandarsi in queste particolari situazioni fino a che punto la pur encomiabile ricerca finalizzata a vincere sempre più le malattie possa essere perseguita nonostante certe conseguenze e risvolti morali. Ciò ripropone la cruciale questione dei rapporti tra scienza, tecnica ed etica.

Il gene corretto è responsabile della cardiomiopatia ipertrofica, che colpisce una persona su 500 e può causare tra l’altro la morte improvvisa degli atleti. Si trova sul cromosoma 11. Al momento della fecondazione in vitro, insieme agli spermatozoi portatori del gene malato, i ricercatori hanno introdotto anche Crispr, un sistema composto da due elementi: un enzima capace di tagliare il DNA come un vero e proprio paio di forbici e una sequenza di “lettere” genetiche “scritte” dai ricercatori in laboratorio per indicare il punto esatto in cui tagliare. In due esperimenti fatti in Cina nel 2016-’17 i risultati di tale tecnica erano stati non del tutto soddisfacenti soprattutto perché si erano verificati molti tagli causati da Crispr in punti sbagliati del DNA. Di qui gravi interrogativi anche dal punto di vista etico, nonostante i ricercatori Usa abbiano precisato che la loro tecnica ha conseguito “un buon grado di efficienza”.

Ma non è questo il luogo per dilungarci in dettagli attinenti all’ingegneria genetica; ci preme invece sottolineare che in genere le probabilità di un bambino di ereditare una copia del gene malato da uno dei genitori sarebbero state del 50%. L’intervento di Crispr ha portato questa percentuale al 72% (42 embrioni sui 58 usati), segno che la tecnica di “taglia e incolla del DNA” ha ancora dei tassi di insuccesso rilevanti.

Le questioni etiche di fronte all’eventuale nascita di bambini Ogm sono molteplici e di grande rilevanza. In effetti – a parte le non trascurabili problematiche relative al brevetto – con questo metodo abbastanza semplice si aprirebbero le porte alla riproduzione di “bebè su misura” fino al mito della creazione del “figlio perfetto”.

E infine non occorre sottovalutare anche un dilemma morale: se è quanto mai opportuna una maggiore cautela fino al divieto di portare avanti una gravidanza nell’uso di una tecnica capace di alterare non solo il DNA di un bambino che ancora dovrà nascere, ma anche quello di tutta la sua discendenza, è giusto moralmente non intervenire quando abbiamo i mezzi per prevenire una malattia mortale?

Armando Savignano

 

 

 

 

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