I consultori familiari sul territorio e nella comunità

 

 

I consultori familiari sul territorio e nella comunità

VICOFORTE di Mondovì 04/05/2003

 

 

 AUTRICE: Gabriela Moschioni

Riferimenti legislativi

Il  29/07/1975 con la legge n° 405 lo stato italiano promulgava la legge istitutiva dei consultori sul territorio nazionale.

L’UCIPEM a quel tempo è intervenuta, nelle sedi più ampie: dalle commissioni tecniche fino ai comitati di quartiere, provocando anche un massiccio intervento dalla base. Ha cercato con molta determinazione di orientare il legislatore verso una visione illuminata del Consultorio  quale effettivo servizio interdisciplinare e personalizzato alla coppia ed alla famiglia contro la preponderante spinta politica e sociale verso consultori per la donna, medicalizzati, con finalità settoriali quali l’educazione demografica, l’educazione e l’igiene della sessualità.

 

Negli anni successivi le Regioni hanno normato in modo autonomo e assolutamente non  coordinato la materia dei Consultori col risultato che ogni Regione ha prodotto, in ambito pubblico, consultori con figure professionali diverse, quasi tutti comunque con un’ottica sanitaria ed assistenziale.

La Legge 194/78  “Norme per la tutela della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza” nonostante il titolo ambiguo introduce in Italia l’aborto: di fatto ai consultori pubblici sarà assegnata la gestione dell’accesso all’aborto.

La legge 328/2000 “Principi generali del sistema integrato di interventi e servizi sociali” all’articolo 1) Principi generali e finalità “…assicura alle persone e alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi sociali .. per garantire la qualità della vita, pari opportunità non discriminazione e diritti dei cittadini”, inoltre all’articolo 10 “riconosce e sostiene il ruolo peculiare delle famiglie, la formazione e la cura della persona, nella promozione del benessere e nella cura della persona, ……..valorizza i molteplici compiti che le famiglie svolgono sia nei momenti critici e di disagio, sia nella vita quotidiana”

Il Libro bianco sulla famiglia del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali  si ripropone di riqualificare e possibilmente raddoppiare nei successivi dieci anni le risorse per la famiglia nonché di favorire una più incisiva presenza del no-profit.

Tale libro bianco indica tra i punti focali il sostegno alla famiglia dal punto di vista economico e  settorializza la famiglia in  infanzia e minori, anziani, disabili ecc. .

Fatta eccezione per la Legge Regionale 23/99 “Politiche regionali per la famiglia” promulgata dalla Regione Lombardia laddove “La Regione promuove il servizio pubblico alla famiglia e realizza un’organica ed integrata politica di sostegno al nucleo familiare, ……, nel rispetto delle convinzioni etiche dei cittadini, tutela la vita in tutte le sue fasi…”

Nello stesso testo di legge la Regione :

  • promuove e sostiene l’armonioso sviluppo delle relazioni familiari
  • garantisce il rispetto del diritto di libera scelta della famiglia nei confronti dei soggetti giuridici erogatori di prestazione, ed il principio della sussidiarietà.

Salvo rare eccezioni l’attenzione legislativa alla famiglia è parcellizzata, distinta per ambiti come se bambini, giovani, coppie, genitori, anziani, disabili non facessero parte – sempre – di una “famiglia”; è poco concreta e contraddittoria con enunciati altisonanti, e realizzazioni che ignorano i legami familiari inoltre non utilizza i consultori familiari come strumento “positivo” di intervento

Situazione di  fatto

Nonostante le battaglie dell’UCIPEM per ricondurre la legislazione sui consultori nell’ambito del sociale, i consultori familiari oggi sono normati nell’ambito della Sanità.

Pertanto tutti i Consultori pubblici e privati ricadono sotto il D.P.R. 14/01/1997 “Approvazione atti di indirizzo e coordinamento alle regioni, alle province autonome di Trento e Bolzano, in materia di  requisiti strutturali tecnologici ed organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private “ che rimanda alle regioni le determinazioni in materia di autorizzazione al funzionamento delle diverse realtà sanitarie, perciò appunto anche i consultori

Consultori Pubblici

Un merito della diffusione sul territorio dei consultori pubblici è stato soprattutto di far circolare la parola “familiare” nell’universo dei servizi.

Purtroppo a distanza di oltre trent’ anni dalla promulgazione della legge istitutiva dei consultori appare evidente che il servizio pubblico è rimasto legato ad un’ottica altamente medicalizzata e di intervento sociale.

I servizi sono quasi sempre diretti più al singolo, in genere alla donna, che non alla  coppia e alla famiglia. Anche i servizi finalizzati  alla tutela del minore, con i conseguenti compiti istituzionali connessi, non sembrano aver fatto nascere un rapporto di rete e di fiducia tra la popolazione delle famiglie ed il Consultorio.

Sembra mancare la capacità e la determinazione alla “cura” della famiglia.

Pare che il consultorio sia più di supporto alle istituzioni che non alle famiglie, soprattutto alle famiglie cosiddette “normali”.

Sarebbe interessante approfondire se questa situazione si sia venuta a creare a causa di posizioni ideologiche, politiche, strutturali oppure semplicemente per una carenza di fiducia della nostra popolazione verso tutto l’universo istituzionalizzato e sanitarizzato.

Non credo possa essere invocata, come sempre, la carenza di mezzi e di organici perché la sperequazione fra le risorse finanziarie erogate per i consultori pubblici e  consultori privati è abissale e scandalosa.

Con ogni probabilità l’alta rotazione degli operatori, spesso distaccati da altri servizi, gli orari di apertura al pubblico che non tengono conto delle esigenze dei cittadini-lavoratori, unitamente alla mancanza di formazione specifica consultoriale, hanno prodotto una grossa difficoltà di integrazione e una non sufficiente motivazione.

D’altra parte la difficoltà creativa e di attenzione ai mutamenti del Legislatore non ha certo aiutato i funzionari dei consultori pubblici.

A titolo di esempio: fra le diverse prestazioni erogabili citate nella pur illuminata D..G..R. 6/4/2001 N° 4141 della Regione Lombardia  contro una quarantina di prestazioni solo tre voci sono riferite alla coppia ed alla famiglia ed al 90% si riferiscono a problemi sanitari esclusivamente femminili.

 

Consultori Privati

Consultori di Ispirazione (Iniziativa) Cristiana in particolare i Consultori UCIPEM

I Consultori UCIPEM sono consultori laici di ispirazione cristiana.

Aggiunto a Consultorio il termine “laico” significa che coloro che vi lavorano intendono considerare la persona e la coppia nella loro realtà obiettiva.

Non è una specie di  sotterfugio per nascondere la nostra identità e neppure espressione di un atteggiamento di neutralità nei confronti dei valori.

E’ l’espressione di un atteggiamento di fondo di grande rispetto. Non ci proponiamo fini politici, economici, religiosi; non partiamo da una nostra posizione ideologica; partiamo dalla realtà della persona e della coppia per metterci interamente al suo servizio, servizio animato da valori spirituali e perciò estraneo a qualsiasi strumentalizzazione.[1]

La laicità è l’affermazione non soltanto teorica, ma pratica e concreta del primato della persona e della coppia e della loro promozione al di sopra di ogni ideologia, di ogni interesse, di ogni schema precostituito.

Per questo il nostro metodo di lavoro è orientato alla non direttività .Il nostro servizio è rivolto alla persona che aiutiamo in modo professionale a capire se stessa e la sua situazione in modo che possa scegliere “in libertà”.

I valori ai quali ci ispiriamo devono essere testimoniati dalla serietà professionale ed etica della nostra stessa esistenza.

La laicità, così intesa, non è contrapposta alla ispirazione cristiana, anzi ne costituisce una fondamentale espressione La visione dell’uomo che sta alla base del lavoro nei Consultori UCIPEM, come dice la “Carta” è quella che ha il suo fondamento nel Vangelo : l’uomo , unità di corpo e di spirito , ha il primato su tutto : sul “sabato” e sul “culto”. L’uomo è cercato, accolto, amato per quello che è, indipendentemente dalla razza, dalla cultura, dalla religione.

“Il primo aspetto della nostra ispirazione cristiana sta proprio qui: nello sforzo di metterci in religioso rispetto della dignità dell’uomo”[2]

Dall’ascolto della unitarietà della persona scaturisce l’interdisciplinarietà che caratterizza il lavoro dei Consultori UCIPEM come metodo di interpretazione e di diagnosi finalizzata ad una unità di intervento.

La lunga esperienza di lavoro e la mutata situazione dei servizi sanitari in Italia ha fatto evolvere il concetto di interdisciplinarietà che diventa sempre più “formazione” personale e di gruppo verso una visione globale dell’uomo. Non serve la compresenza di tipo poliambulatoale dei diversi operatori. E’ indispensabile imparare insieme a non assolutizzare le nostre competenze, a superare visioni ristrette e parzializzate, a maturare la nostra umanità, ad accettare i nostri limiti per essere capaci di un confronto franco ed aperto che ci faccia sempre più liberi dai nostri condizionamenti e sempre più al servizio delle persone.

I Consultori UCIPEM sono stati “centri di cultura della famiglia” in un periodo storico difficile e contradditorio. Dalle prime attività di avanguardia, studio, osservatorio a servizio vicino alle persone, a cultura tramandata ed elaborata con calore umano

Dalla formazione degli operatori con lo stile del  “laboratorio artigianale” dove non solo si imparava, ma si assimilava lo stile di vita del maestro,  alla formazione di gruppi di lavoro (équipe) capaci di integrarsi e di interagire.

Le Scuole di formazione – sorte in tutta Italia –  hanno prodotto un modello professionale di spirito di servizio laddove la competenza tecnica e professionale è coltivata insieme alla capacità di rapportarsi con calore e semplicità alle persone e dove si sviluppa anche il senso di appartenenza.

Nel corso degli anni proprio grazie all’attenzione alle persone ed al mutare della realtà e delle esigenze della famiglia abbiamo assistito ad una trasformazione e a un ampliamento dei servizi.

Già nei primordiali corsi per fidanzati e visite pre-matrimoniali  si cercava di introdurre nel concetto di formazione alla famiglia anche l’aspetto sanitario ed il concetto di procreazione responsabile. Successivamente i nostri consultori prendendo in carico tutte le problematiche connesse con la sessualità, l’affettività, le relazioni personali orizzontali e verticali anticipavano e attualizzavano  nel concreto il concetto espresso dalla Organizzazione Mondiale della Sanità : “sanità familiare  che è più delle somma dello stato di salute dei singoli membri della famiglia , perché tiene conto anche delle relazioni e della interdipendenza esistente fra gli stati di salute fisica e mentale degli individui che vivono insieme ………”

Oltre alla attività di consulenza familiare che resta lo specifico dell’attività dei consultori familiari privati si sono strutturati nel tempo servizi di supporto alle problematiche sessuali e ginecologiche, corsi di preparazione al parto , corsi di accompagnamento alla nascita, servizi pedagogici di supporto alla problematiche parentali, corsi di educazione sessuale nelle scuole, nelle parrocchie e nelle associazioni, servizi per gli adolescenti, servizi giuridici, agenzie per le adozioni , strutture di sostegno e di accompagnamento per le coppie adottive.

 Anche all’esterno del Consultorio continua la qualificata testimonianza degli operatori che sono richiesti sia in ambito civili, nelle realtà comunali, provinciali e regionali, nelle Scuole, sia in ambito ecclesiale dove operano in supporto  ed in lavoro di rete con i Centri di Aiuto alla Vita, alle Associazioni, alle Parrocchie , collaborano coi Tribunali Ecclesiastici, partecipano per lo specifico della famiglia nei Sinodi diocesani, per non parlare del massiccio impegno nel Forum delle Associazioni Familiari.

Consultori privati  al bivio

I Consultori cosiddetti privati oggi, ricadendo obbligatoriamente sotto la legislazioni sanitaria, o si strutturano come servizi riconosciuti attraverso le fasi della Autorizzazione al funzionamento e all’Accreditamento o non potranno più lavorare come tali. Potranno strutturarsi come Centri di Ascolto, Gruppi di auto – aiuto, Associazioni per la famiglia, ma non potranno più fregiarsi del nome di “Consultorio Familiare”. Il problema non è solo di tipo economico infatti non è detto che i Consultori una volta accreditati possano automaticamente accedere alle remunerazioni perché un ulteriore difficile passaggio è costituito dall’Accordo con le ASL territoriali che devono riconoscere attraverso un “Contratto” la propria necessità e volontà di avvalersi del Consultorio accreditato.

Sarebbe veramente più facile accettare di non mettere in discussione la propria identità senza interfacciarsi con la pubblica amministrazione, una realtà così ostica per dei cultori del buono e dell’essenziale quali  noi operatori siamo diventati.

Sarebbe molto più semplice anche dal punto di vista organizzativo mantenere la nostra efficienza con la sola preoccupazione del servizio alle persone, ma la realtà normativa ci pone oggi di fronte alla impossibilità della gestione ambulatoriale sanitaria.

Strutturarsi dal punto di vista amministrativo, organizzativo quasi “aziendale”,  studiare e tenersi aggiornati in modo preciso e puntuale con la situazione legislativa e normativa, confrontarsi e collaborare  con le realtà amministrative e burocratiche , lottare per la propria autonomia ideologica e gestionale può costituire una difficoltà insuperabile anche in considerazione del fatto che problemi ed angosce possono provenire non solo dall’esterno, ma anche dall’interno dei nostri gruppi di lavoro.

D’altra parte ci spingono ad affrontare la sfida :

  • l’ affermazione del diritto del cittadino ad utilizzare un servizio vicino al proprio modo di essere e di sentire.
  • l’ affermazione del principio di sussidiarietà
  • l’ affermazione di pari dignità col servizio pubblico
  • la garanzia di servizio interdisciplinare attraverso la possibilità di avere l’ambulatorio medico all’interno del consultorio
  • la possibilità di accesso alla remunerazione economica che favorisce la continuità con l’inserimento di giovani operatori,

nonché l’orgoglio di portare avanti nel tempo un servizio “inventato” nel 1948  da Don Paolo Liggeri di ritorno dal campo di concentramento e recepito dalla legislazione solo trent’anni dopo.

Le grosse difficoltà cui andiamo incontro possono costituire difficoltà positive, di crescita, di evoluzione, creative oppure dovremo rassegnarci ?

Oggi la legge Regione Lombardia  23/99 sancisce il  “diritto alla libera scelta della famiglia nei confronti dei soggetti giuridici erogatori di prestazioni“. E’ un grosso passo avanti; quasi sicuramente chi ha scritto la legge non immagina quanta strada, quanta fatica, ma anche quanta gioia, amore  e speranza abbiano inondato quel territorio per cui stava normando..

La sfida  per noi, vecchi e nuovi aderenti UCIPEM,  consiste nel mantenere lo spirito di gratuità e di servizio che affonda le radici nella linfa delle intuizioni e delle realizzazione dei “padri fondatori” e nello stesso tempo mantenere lo spirito del volontariato e della attenzione alle persone in un contesto di “servizio” dove non può restare più niente di volontaristico o di mera buona volontà.

Ci trova anche a superare le difficoltà interne connesse con la mentalità ostile a tutto ciò che è burocratico ed istituzionalizzato da parte di chi ostinatamente non vuole capire che l’aiuto alla persona passa anche per norme e regolamentazioni.

La nostra forza sta nella certezza che le persone in difficoltà si rivolgono laddove trovano

accoglienza, continuità ,competenza ,rispetto: dove si sentono trattate come persone

Siamo stati “invisi” , tacciati come “confessionali”, di parte,  ideologizzati , ma il nostro modello di consultorio ha tenuto nel tempo proprio perché la nostra “ispirazione cristiana” ci ha posto al servizio della persona umana nella sua altissima dignità.

 


[1] Virgilio Bianchi

[2] Sergio Cammelli

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