Consultorio e società

 

CONSULTORIO E SOCIETÀ

 

Emidio Tribulato

Relazione presentata al convegno di Rimini del 21-23 Novembre 2014 “Trama e ordito” 

La società, come ben sappiamo possiede nel suo interno varie e molteplici componenti: vi è la componente produttiva,  vi è la componente economico- finanziaria,  quella lavorativa, quella politica e sindacale e così via. Una componente fondamentale è rappresentato dai servizi come la scuola, la sanità e i trasporti. Il consultorio è semplicemente uno di questi servizi.

 

Ciò che rende il consultorio particolare è l’oggetto del suo servizio: la famiglia.

 

 

 

 

Che cos’è la famiglia?

Le definizioni sono tante:

La famiglia infatti, se funzionale, riesce ad assolvere a numerose ed importanti funzioni a favore della società è viceversa. E’ possibile, ma non è affatto conveniente, come spesso si vorrebbe e si è tentato di fare, rompere questo intimo sodalizio tra famiglia e società, in quanto se paragoniamo le famiglie alle cellule di un individuo, così come le cellule hanno bisogno dell’intero organismo per vivere, anche l’organismo ha bisogno delle cellule per la sua salute e per la sua sopravvivenza. pertanto se la famiglia, ogni famiglia, ha bisogno della società, questa, a sua volta, non può fare a meno delle famiglie.

La famiglia provvede a svariate funzioni sociali:

Funzione emotiva -affettiva

 

 

Essendo la famiglia luogo privilegiato degli affetti, e quindi luogo dove nascono e si sperimentano i primi sentimenti d’amore, essa ha, come fondamentale funzione, lo sviluppo dell’espressioni affettivo-emotive. Come luogo primario dell’amore, dell’accoglienza, dell’abbraccio, della carezza, della rassicurazione, della sollecitudine, questa istituzione è dispensatrice della fiducia di fondo, del bambino, del giovane e dell’adulto, rispetto alla vita e all’ambiente sociale.  Nell’unione familiare, più che in altre forme di convivenza, possono dialetticamente armonizzarsi libertà e responsabilità; autonomia e solidarietà; cura dei singoli e ricerca del bene comune; forza progettuale e disponibilità all’imprevisto; sollecitudine e discrezione; fisiologica e sana reattività nei confronti delle aggressioni, ma anche capacità di perdonare; disponibilità alla comunicazione ma anche all’ascolto.

Se la famiglia ha buone caratteristiche di funzionalità riuscirà a far star bene tutti i suoi componenti mediante la soddisfazione dei loro bisogni affettivo-relazionali. Riuscirà a far stare bene i genitori, i figli, le persone anziane. In quanto riuscirà a dare a ognuno di essi ciò di cui hanno bisogno: riuscirà a dare sicurezza, ascolto, gioia, affetto, amore, piacere. Una famiglia funzionale sarà in grado di creare in ogni componente la fiducia di fondo nei confronti della vita, degli altri, in se stessi. Se la famiglia riesce ad essere luogo di calore, accoglienza e amore, sarà capace di produrre nella prole capacità e possibilità affettive e relazionali notevoli. In definitiva creerà benessere psicologico in tutti i suoi membri.

In caso contrario, quando la famiglia ha caratteristiche disfunzionali, oltre a numerose problematiche psicologiche: nevrosi, psicosi, caratteropatie, tossicomanie ecc., darà vita a insicurezza, sospetto reciproco, conflittualità, ansia, depressione, frustrazione, impotenza, aggressività, odio e rancore. Problematiche queste che, inevitabilmente, saranno trasferite nel contesto sociale, creando un danno economico e di funzionalità in tutto il sistema sociale, anche in quello politico ed economico, tanto più grave quanto più numerosi e importanti sono i problemi dei suoi componenti.

Funzione assistenziale, di cura e di sostegno nelle avversità fisiche e psicologiche

 

 

E’ solo all’interno delle famiglie che le attenzioni amorevoli tra i coniugi,  verso la prole, le persone ammalate, disabili o sole, hanno caratteristiche che le rendono uniche, insostituibili e particolarmente importanti. Psicologicamente, i membri della famiglia sono legati da una reciproca interdipendenza, per la soddisfazione dei bisogni affettivi. I servizi statali o quelli offerti, anzi comprati dai privati, raramente sono in grado di dare quanto promesso. Pertanto nelle famiglie funzionali ogni componente sarà sostenuto, incoraggiato, aiutato nei momenti di difficoltà o crisi: nella perdita del lavoro, nella malattia, quando sono presenti gli acciacchi dovuti all’età, quando si presentano difficoltà economiche, delusioni sentimentali e relazionali, momenti di solitudine, frustrazione ecc.  Nessun servizio pubblico o privato è, infatti, capace di dare tanto e bene ad un costo così contenuto, come riesce a fare una normale sana famiglia, in quanto nessun servizio pubblico o privato riesce a creare, attorno ad un minore o alla persona ammalata, anziana, disabile, sola o bisognosa di cure e di particolari attenzioni quel clima di affettuosa e attenta presenza che dà il necessario conforto, che lenisce la sofferenza, allevia i problemi, accelera la guarigione.

Funzione educativa

 

 

 

La famiglia, al di là delle sue diverse configurazioni, ci rimanda a quella struttura relazionale delle persone che definisce il nostro Io più vero e profondo. Pertanto la funzione educativa primaria e di base non può che essere affidata alla famiglia. Solo in questa le future generazioni trovano quel legame d’amore tra due esseri di sesso diverso, quell’affetto, quelle attenzioni e cure, capaci di sviluppare tutte le potenzialità dell’essere umano, in un clima di serenità, apertura alla vita, fiducia e sicurezza. Solo in questa istituzione sono presenti quei presupposti di continuità e gradualità dei processi educativi capaci di sviluppare e far crescere persone con una stabile e sicura identità e personalità. Persone quindi non solo intelligenti e capaci ma anche serene, mature e responsabili.

Questo perché è soltanto nella famiglia che ritroviamo dei legami affettivi con quelle caratteristiche di intensità, stabilità, continuità e responsabilità. Qualità indispensabili nella formazione ed educazione delle future generazioni umane.  Per tali motivi quando la famiglia possiede buone caratteristiche di funzionalità provvederà a sviluppare nei nuovi nati tutte le potenzialità umane presenti nei geni: l’intelligenza, Il linguaggio, la motilità, la socialità, l’affettività, i sentimenti, le emozioni, la spiritualità, la cultura di base. In definitiva riuscirà a formare un uomo e una donna con buone caratteristiche di maturità, serenità, equilibrio e socialità.

La funzione educativa della scuola o degli altri servizi non può che essere secondaria e sussidiaria a quella familiare, in quanto, questi servizi non hanno né la capacità, né la linearità, né la coerenza, né la responsabilità, presenti in una sana, normale famiglia. Pertanto è soprattutto in questa che al bambino vengono trasmessi i valori fondamentali indispensabili per la sua esistenza e per la società. E’ nella famiglia che lui impara a limitare le sue esigenze; capisce come rispettare quelle degli altri; apprende ad inserire i bisogni in una corretta scala di valori. Ed è nella famiglia che impara a comprendere che la vera libertà si nutre di responsabilità e rispetto nei confronti degli altri, di se stesso e della verità. Quando la famiglia è disfunzionale uno o più potenzialità non saranno sviluppate o saranno stimolate in maniera abnorme o patologica.

Il caso che descriviamo è sicuramente raro ma è un segnale di come la famiglia stia perdendo la sua funzione educativa anche nei comportamenti più basilari ed elementari.

Un giorno venne all’osservazione della nostra equipe una bambina di tre anni. Ben sviluppata dal punto di vista fisico rispetto alla sua età, appariva nell’aspetto una bella bambina sana e vivace. Era figlia di genitori di ottima estrazione sociale e culturale: il padre aveva due lauree e così la madre. Entrambi i genitori mi dissero subito di essere super impegnati nelle attività lavorative. Quando ancora io stesso non mi ero lasciato sedurre dal telefonino cellulare che ora tengo, per la disperazione di mia moglie e dei miei figli, ben conservato e spento in un cassetto, la madre con orgoglio mi fece vedere di averne due: uno per le attività d’ufficio e uno per ricevere le chiamate di amici e familiari. Mi esposero il loro problema sintetizzandolo in poche parole: “La bambina nonostante abbia più di tre anni ancora non parla.“

Non vi erano, nelle notizie riguardanti la gravidanza e la nascita, segni che potessero far pensare ad una patologia cerebrale pre o post natale. La bambina sembrava possedere un buon udito e anche i test per evidenziare  il suo sviluppo intellettivo evidenziavano delle capacità logiche e percettive nella norma. Tra l’altro non sembrava una bambina psicologicamente trascurata, la madre affermava che la bambina era sempre con lei per parecchie ore al giorno. Eppure non parlava. Imbarazzati in quanto non riuscivamo a fare uno straccio di diagnosi, io e gli altri membri dell’equipe, ci guardavamo in faccia, sperando che qualcuno riuscisse a capire l’origine di questa strana patologia. Poi, come per un’improvvisa illuminazione divina, le feci una domanda che raramente faccio ai genitori: “Ma voi avete insegnato a parlare a questa bambina?” Sia il padre che la madre mi guardarono stupiti. “Mi scusi ma perché avremmo dovuto insegnarle a parlare? Noi sappiamo che i bambini normali verso i tre anni parlano, lei non lo fa e per questo che noi ci siamo preoccupati e siamo venuti da lei.” Ripetei la domanda spiegando cosa significasse insegnare a parlare, la madre mi guardò quasi offesa e rispose stizzita :” Dottore ma veramente lei pensa che con tutto il da fare che ho io avrei mai potuto fare quello che lei mi dice? Forse non ha capito, io ho due lavori che mi impegnano anche quando sono a casa. Ecco perché porto due telefonini. La bambina sta sempre con me, anche quando vado dai clienti la porto nel sedile posteriore della macchina, ma certo non potevo mettermi a fare quelle cose che lei mi dice. Io e mio marito pensavamo che i bambini ad una certa età parlassero e basta.”

Capendo che non era proprio il caso di infierire cominciai a spiegare loro un programma che avrebbe dovuto aiutare la bambina ad acquisire il linguaggio. Si trattava soltanto di farle ripetere delle parole prendendo spunto da immagini  semplici e colorate. Sapendo che entrambi i genitori avevano una cultura basata soprattutto sui numeri ed i calcoli, con pignoleria descrissi quante volte e per quanti minuti ogni giorno bisognava sottoporre la bambina a quel programma “speciale.”

Dopo un mese circa i genitori e la bambina ritornarono per un controllo. Chiesi come andavano le cose e la madre: “Dottore è un miracolo, adesso la bambina parla.” Da allora quando vi sono casi simili dico scherzando ai miei collaboratori che si tratta di un altro caso che necessita di un intervento miracoloso!

Funzione riproduttiva

 

 

All’interno della famiglia nascono le future generazioni umane. Se le famiglie trovano nel proprio seno sufficienti capacità e all’esterno un ambiente favorevole, esse sono in grado di fornire alla società un numero di figli sufficiente a sostituire le persone decedute e ad ampliare, gradualmente, la diffusione della razza umana. In caso contrario, sia qualitativamente che numericamente, il “prodotto” di questa istituzione sarà scarso ed insufficiente a coprire anche solo le morti.

Funzione economica

 

 

La famiglia è una piccola impresa tra persone che condividono e si impegnano per dei progetti comuni. Tra questi ve ne sono sicuramente anche di tipo finanziario. La famiglia provvede, infatti, a procurare, con il lavoro dei suoi membri, le risorse necessarie per la vita comune: cibo, vestiti, abitazione, cure sanitarie e altre necessità materiali. Giacché con le sue spese consuma, mentre nel contempo produce reddito mediante il lavoro dei suoi componenti, è la famiglia il principale motore dell’economia. Mediante il pagamento delle tasse essa provvede alle necessità dello Stato, mentre, a sua volta, utilizza gli aiuti dello Stato per l’assistenza ai minori, agli anziani, ai malati e ai disabili.  Quando uno o più dei suoi membri sta male sia fisicamente sia psicologicamente, non ne soffre solo la famiglia ma anche la società, in quanto sarà costretta a rinunciare al lavoro utile e produttivo di questi e sarà anche costretta a provvedere alla sua cura ed assistenza.

Funzione di protezione dai pericoli esterni

 

 

 

La famiglia ha il dovere di proteggere i suoi membri dai pericoli fisici, psicologici e morali: dipendenza, disvalori, violenze, abusi di ogni genere (sessuali, fisici, spirituali, morali).

I pericoli presenti nell’ambiente sociale sono di vario ordine: sono pericoli di tipo fisico, ma sono soprattutto pericoli di tipo psicologico: contatto con disvalori, violenze, abusi o offese di tipo spirituale, morale e relazionale. La famiglia dovrebbe poter offrire a tutti i suoi membri, protezione e riparo, così da essere porto sicuro nei confronti dei fattori negativi dell’ambiente sociale nel quale è inserita. La famiglia, se adeguatamente preparata, aiutata e sostenuta dalle istituzioni, ha gli strumenti per riconoscerli, ha gli antidoti per neutralizzarli, ha la forza per debellarli, così da impedire danni irreparabili ai suoi membri.

Abbiamo detto “se aiutata dalle istituzioni”. E’ indispensabile quindi che le istituzioni si facciano carico della protezione delle famiglie e dei loro membri, senza abbassare la guardia con la scusa   della libertà di parola e di pensiero. Oggi, nelle società occidentali, questa protezione manca quasi completamente, in quanto  in modo assolutamente irresponsabile, lo Stato non si cura di portare, mediante la TV e gli altri mass media, vicino alle famiglie e dentro le famiglie, insieme a materiale utile anche elementi molto dannosi per la vita di questa istituzione o per qualcuno dei suoi componenti più fragili e indifesi. Pertanto si ricercano e si puniscono severamente i pochi orchi pedofili, ma si lascia che un mare putrido di melma prodotto anche a spese della comunità invada, mediante i mass media, le menti ed i cuori di minori e adulti.  E poiché nessun genitore ha il dono della bi o tri locazione per essere contemporaneamente presenti al primo e secondo lavoro; per essere pronto ad accompagnare i figli nelle varie attività sportive, musicali e scolastiche “indispensabili per farli crescere bene”; per accompagnarli alle visite dei vari medici e specialisti, non possono essere nel contempo pronti a controllare che i figli non si mettano in situazioni di rischio con radio, Tv, Internet e telefonini tutto fare.

Funzione socializzante

 

 

Essendo il gruppo primario intermedio tra l’individuo e la più vasta società, la famiglia è la più piccola cellula sociale ma anche il principale mediatore sociale.

È nella famiglia che inizia il cammino socializzante per i minori, che si amplierà e completerà poi mediante l’attività della scuola e delle altre agenzie educative. È sempre in questa istituzione che viene attuato il miglior tirocinio verso la comunità e verso l’altro. Si impara a limitare i propri desideri, a confrontarli con i bisogni degli altri, si impara a riconoscere nei propri comportamenti le conseguenze positive o negative che da questi comportamenti potrebbero scaturire.

E’ nella famiglia che vengono posti i fondamenti dell’educazione all’integrazione dei ruoli sociali e l’accettazione delle responsabilità verso il più vasto mondo esterno ad essa.

Funzione etica e religiosa

 

 

All’interno della famiglia sono trasmessi i fondamentali principi etici, morali e religiosi.

E’ all’interno della famiglia che, nei vari popoli, si coltiva e viene espressa la religiosità più profonda e vera. E’ solo in questa istituzione che gli insegnamenti morali  ed i valori fondamentali del genere umano vengono trasmessi dagli adulti alle nuove generazioni, senza orpelli o grandi manifestazioni esteriori ma nel modo più intimo, profondo e vero.

Nella vita di ogni giorno, tra le mura che racchiudono e uniscono le famiglie, lo spirito religioso viene trasmesso non solo come informazione culturale ma, goccia dopo goccia, è alimento prezioso ed essenziale nella strutturazione e formazione della personalità.

Non è un caso che in tutti i popoli di grande civiltà, è in seno alla famiglia che viene iniziato, alimentato e sviluppato il senso etico e religioso della vita, tanto che per la chiesa cattolica la famiglia rappresenta la “piccola chiesa domestica”.

Funzione di trasmissione culturale

 

 

All’interno della famiglia sono trasmessi i principali elementi della cultura di base della società. E’ la famiglia che provvede allo sviluppo della personalità dei singoli componenti.

E’ attraverso la famiglia che le fondamentali conoscenze e la cultura di base dell’umanità passano alle nuove generazioni. Mediante l’esempio quotidiano sono trasmessi gli insegnamenti riguardanti i rapporti con il prossimo, i principi educativi fondamentali per il buon vivere sociale, i valori morali, i ruoli sessuali, i compiti ed i legami generazionali.

Funzione di sviluppo e orientamento dell’identità personale e sessuale

 

La famiglia ha lo scopo di sviluppare l’identità sessuale e personale che si trova allo Stato potenziale nei nostri geni. Almeno un terzo dell’identità e dei ruoli sessuali sono affidati all’ambiente affettivo relazionale nel quale il bambino vive. Questo significa che una buona parte della corretta identità sessuale necessita di idonei interventi da parte della famiglia di origine.

 

La famiglia non è un fossile storico, ma resta il migliore ed insostituibile strumento per la sopravvivenza della specie e della società ed è l’unità base affinché la società si evolva positivamente. Dalla famiglia dipende il destino dell’uomo, il suo benessere o malessere psicologico, la sua capacità di cogliere i piccoli piaceri e le gioie della vita, la capacità di dare senso alla sua esistenza. Se le famiglie sono funzionali le future generazioni saranno forti, ricche di beni materiali, culturali, spirituali e materiali. In caso contrario saranno deboli, fragili, disturbate, malate fisicamente, psicologicamente o socialmente. La famiglia, pertanto, è il più importante capitale di ogni società umana.

Il ruolo dei consultori

Il consultorio anzi i numerosi consultori presenti in Italia dovrebbero riuscire a provvedere al benessere di questa fondamentale istituzione. In realtà questo servizio viene effettuato mediante un buon numero di consultori pubblici e privati o liberi.

 

 

 

Gli ospedali pubblici e privati in Italia sono meno numerosi dei consultori.

Nei servizi consultoriali sono impegnati come personale retribuiti o volontario diversi specialisti:

Ma quali sono i risultati?

I dati positivi sono veramente pochi: sono diminuiti i tumori dell’utero e sono diminuiti gli aborti volontari mediante intervento chirurgico:

 

Purtroppo in altri settori i risultati sono veramente deludenti:

 

Si parla pertanto sempre più spesso di fine o di morte della famiglia. 

A questo punto vi sono due elementi molto strani:

  • Alla società e allo Stato non sembra interessare molto il peggioramento del sistema famiglia.
  • Alla società e allo Stato non sembra interessare che i consultori non riescano a fronteggiare lo sfascio del sistema famiglia. Né i giornali, né le TV e gli altri mass media ma anche lo Stato, le regioni, le Asl dalle quali buona parte dei consultori dipendono e sono sovvenzionati sembra che non si curino affatto di ciò. La stessa cosa, ad esempio, non accade nel campo sanitario. Se in questo settore vi è un ben che minimo aumento di una patologia o, peggio vi sono delle morti,  le TV, i giornali, i sindacati e i politici gridano allo scandalo. Nel campo della famiglia non succede nulla di simile. Come mai?

Abbiamo fatto tre ipotesi

1-  ipotesi: la rassegnazione. Una prima ipotesi potrebbe essere quella di accettare il disastro delle famiglie, delle coppie e dell’educazione dei figli come un evento verso il quale non vi sono soluzioni. E come se la società e lo Stato dicessero: “La società moderna è fatta così e bisogna accettarla. Non si può tornare indietro”.

2° ipotesi: l’indifferenza. Una seconda ipotesi  è che sia la società civile in generale, sia lo Stato ed i suoi organi non abbiano alcun interesse per il benessere delle famiglie e delle coppie. Per cui non ha molta importanza che le cose vadano bene o male in questo settore.

3° Ipotesi: Vi è una terza ipotesi più allarmante e preoccupante ed è il sospetto che per i poteri forti di tipo finanziario e politico che influenzano pesantemente la politica degli Stati ma anche i mass media, una famiglia fragile, debole, disgregata, vada benissimo! In quanto una famiglia con scarso potere è più facile da governare e dirigere per ottenere da questa quanto desiderato senza alcuna opposizione che potrebbe rivelarsi fastidiosa. D’altra parte è noto come gradualmente nei secoli il potere dello Stato rispetto alle famiglie sia progressivamente aumentato fino alla situazione attuale nel quale i poteri decisionali in mano alle famiglie sono molto modesti.

E noi operatori come vediamo il problema?

Abbiamo individuato  tre categorie di operatori:

  1. 1.      Una prima categoria tende a negare il problema  o i problemi

“Chi l’ha detto che è meglio sposarsi presto? Più tardi ci si sposa più si è maturi”

“Siamo troppi nel mondo. È  meglio fare pochi bambini”.

“Bisogna accettare la pluralità delle famiglie.  Non è detto che le nuove famiglie siano peggiori di quelle tradizionali.

“Non è vero che sono aumentati i disturbi psichici negli adulti e nei bambini. È  solo un problema di diagnosi: oggi riusciamo a diagnosticare meglio tante malattie”.

“I bambini nati fuori dal matrimonio potranno svilupparsi come gli altri bambini, se non sono emarginati”.

  1. 2.      Una seconda categoria di operatori tende a spostare il problema.

“Non è un problema nostro ma della politica”

“Bisogna che lo Stato finanzi più consultori”.

“C’è bisogno di più operatori e di operatori più preparati”.

 “Lo Stato deve dare lavoro ai giovani così si sposano prima”

“Lo Stato deve tassare meno le famiglie e deve mettere a disposizione più servizi alle famiglie, come gli asili nido”.

“Bisogna aspettare che la società partorisca un nuovo e diverso rapporto tra i sessi e un nuovo tipo di famiglia”.

  1. 3.      Una terza categoria di operatori accetta che vi sia un problema e ne cerca le soluzioni.

Questa terza categoria alla quale spero che tutti noi dei consultori UCIPEM vogliamo appartenere  si chiede:

  • Chi dovrebbe affrontare la crisi del sistema famiglia?
  • Chi potrebbe affrontarla efficacemente?

La risposta non può essere che altra che NOI

Non vi è dubbio che siamo soprattutto NOI operatori dei consultori che studiamo e affrontiamo questi problemi ogni giorno da decenni.

NOI operatori dei consultori abbiamo l’esperienza necessaria. Pertanto non vi è dubbio che NOI siamo e dobbiamo essere sempre di più in prima linea in questa battaglia per una famiglia più funzionale e adeguata al benessere dei suoi membri e della società. Non possiamo più aspettare che altri: lo Stato, la chiesa, le associazioni familiari,  facciano quello che spetta a NOI fare.

Ma come affrontare questi problema?

Intanto cambiando la nostra strategia.

Attualmente buona parte degli interventi che facciamo sono rivolti alla cura: dei problemi dei singoli,  della coppia, della famiglia. Se vogliamo veramente modificare gli indicatori del benessere e del malessere familiare dobbiamo effettuare soprattutto interventi di prevenzione, educazione e promozione.

Dobbiamo riuscire ad aiutare la società a ricostruire un ambiente favorevole alle famiglie e non distruttivo delle famiglie.

Dobbiamo riuscire ad aiutare la società a ricostruire un ambiente favorevole  ad una relazione di coppia stabile e serena e non limitarci a medicare le conseguenze delle ferite psicologiche causate dai conflitti di coppia e familiari.

Per riuscire a fare ciò ancor di più dobbiamo studiare e approfondire ogni singolo aspetto della vita di coppia e familiare, mediante un lavoro personale, di  equipe consultoriale e di organizzazione dei consultori familiari.

Per esempio abbiamo il dovere di chiederci, senza farci influenzare da pregiudizi e dalle mode del momento:

  • Che cosa oggi rende i rapporti così superficiali, labili, conflittuali?
  • Quali sono gli errori educativi che influenzano negativamente i futuri ruoli di marito e moglie, di padre e madre?
  • Quale valenza, quale spazio, quante energie utilizzare per il lavoro intra familiare rispetto a quello extra familiare.
  • Come dovrebbero essere formati i futuri coniugi e genitori?
  • Quali sono le modalità migliori per costruire un rapporto efficace, sereno, duraturo tra un uomo e una donna?
  • Come prevenire i conflitti di coppia?
  • Come rendere nuovamente desiderabile un’istituzione antica come l’umanità, com’è quella del matrimonio?
  • Quali leggi dello Stato sono state utili alla famiglia e quali sono state e sono dannose?
  • Quali leggi riguardanti la coppia e la famiglia chiedere con forza e determinazione allo Stato e agli enti locali?

Successivamente il nostro compito sarà quello di scrivere e diffondere le idee, i pensieri, le riflessioni e le esperienze più utili dal punto di vista formativo, sui temi più importanti per la costruzione e per la vita delle famiglie e delle coppie.

Per diffondere le nostre idee abbiamo il dovere di utilizzare i mezzi più efficaci, che sono poi quelli più attuali in questo momento.

Dobbiamo adoperare mezzi come:

  • Il sito del proprio consultorio
  • Il sito dell’UCIPEM nazionale
  • I giornali on line
  • Skype
  • I messaggi
  • Facebook
  • Le Radio e le televisioni locali e nazionali
  • E così via.

Sono questi oggi i mezzi più idonei. È nella piazza virtuale che dobbiamo diffondere le idee ed i messaggi più utili alla famiglia.

 

 

 

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