UCIPEM Unione Consultori Italiani Prematrimoniali e Matrimoniali
Allattamento al seno – Chissà se avrò il latte!
Autrice: Alessandra Venegoni
Nell’incontro dedicato all’allattamento al seno, durante il percorso di accompagnamento alla nascita, sono sempre felice di lasciare che siano le future mamme ad iniziare, esponendo i loro dubbi, perplessità, supposizioni e curiosità che nel corso dei primi mesi di gravidanza sono cresciuti dentro di loro pensando all’allattamento al seno. Le vedi diventare scure e rassegnate in volto quando una di loro interviene dicendo “tutto ovviamente se avrò il latte” ed allora tutte annuiscono in piena condivisione. Siamo mammiferi, l’allattamento è il processo più fisiologico che ci caratterizza; abbiamo mai visto una mucca che non allatti il suo vitellino?
Ci sono poche, rare controindicazioni ed impedimenti veri all’allattamento al seno: malattie infettive trasmissibili attraverso il latte (tubercolosi, hiv), abuso di alcool e droghe, assunzione di particolari farmaci (antitumorali, sostanze radioattive), malformazioni della ghiandola mammaria, situazioni patologiche.
L’organizzazione mondiale della sanità raccomanda l’allattamento materno esclusivo per almeno i primi sei mesi di vita del bambino e consiglia la prosecuzione fino al secondo anno di vita.
Già durante la gravidanza la ghiandola mammaria si prepara alla lattazione: è infatti possibile notare la fuoriuscita di colostro (liquido giallastro ricco di anticorpi, fattori di crescita, proteine, vitamina A). L’eventuale assenza di produzione di colostro durante la gravidanza non ha alcun carattere predittivo sulla buona riuscita dell’allattamento.
Il colostro alla nascita sarà l’unico alimento di cui il neonato avrà bisogno. Attorno al 3^/5^ giorno ci sarà la montata lattea con la produzione del latte di transizione fino all’arrivo del latte maturo attorno al 14^ giorno.
La produzione del latte è proporzionale alla domanda: più il neonato richiede, più viene attaccato al seno, più il circolo virtuoso (suzione – ipofisi – prolattina) fa sì che il latte venga prodotto. Vien da sé che il neonato non possa avere né orari né durate stabilite delle poppate. Fondamentale è attaccare al seno il neonato direttamente in sala parto poiché il circolo virtuoso si compia.
L’allattamento al seno porta numerosi benefici:
– neonatali: protegge dalle infezioni, dall’insorgenza di malattie allergiche nelle prime fasi della vita del bambino, migliora lo sviluppo cognitivo (e molti altri vantaggi ben noti);
– materni: prevenzione emorragie post partum, ritorno dell’utero nelle condizioni pregravidiche (dovuto all’ossitocina, la cui produzione è stimolata attraverso la suzione), ritardo nella comparsa delle mestruazioni (più tempo per ricostruire le riserve di ferro), riduzione del rischio di insorgenza del tumore alle ovaie e alla mammella, secrezione di molecole che generano benessere ed orientano positivamente verso la cura del bambino (minor insorgenza depressione post partum).
Allattare è un gesto d’amore, richiede dedizione, pazienza, ci possono essere alcuni inghippi, ma chiedete aiuto, li risolverete e sarà per voi un percorso straordinario.
Alessandra Venegoni
Ostetrica del Consultorio
Alessandra Venegoni