Buon equilibrio psichico dei genitori e benessere dei figli

Un buon equilibrio psichico

Avere l’animo sgombro da preoccupazioni, ansie, rimorsi, paure, sensi di colpa, è elemento essenziale in tutte le relazioni umane, ma soprattutto è importante quando ci si relaziona con un bambino che si affaccia alla vita ancora fragile e immaturo.

Per Bowlby J.:

 ‹‹Anche se l’osservazione dei bambini a livello clinico sembra indicare in alcuni casi l’origine dei disturbi infantili nell’ignoranza dei genitori di fattori come gli effetti patologici della mancanza di cure materne o di punizioni premature ed eccessive, più frequentemente si constata che il disturbo deriva da problemi affettivi dei genitori, problemi di cui sono solo in parte consapevoli e che non riescono a controllare››.[1]

Avere un buon equilibrio psichico significa avere una personalità normalmente e armonicamente sviluppata e strutturata, nella quale l’ansia, le paure, la sfiducia, l’aggressività e le altre emozioni negative sono scarse e ben contenute e pertanto questi genitori sono in grado di occuparsi del benessere fisico e psichico dei loro figli, senza dannosi eccessi.

Un buon equilibrio psichico permette di ben relazionarsi con sé stessi e con gli altri e di osservare la realtà con obiettività, riuscendo a mantenere delle buone capacità di giudizio e di critica anche nelle situazioni che richiedono un notevole impegno e controllo personale.

Avere un buon equilibrio psichico significa vivere e possedere una realtà interiore che non sia preda dei conflitti, delle ansie, delle paure, delle frequenti ed eccessive tristezze, delle dipendenze, dei disturbi caratteriali o peggio dei disturbi psichici di una certa rilevanza come le psicosi.

La serenità nasce dalla mancanza di problematiche interne non risolte, dalla gratificazione del proprio operato, dalla chiarezza interiore, dall’autostima per ciò che si è o si fa, ma anche dalla maturità acquisita. Se una persona è serena riesce più facilmente a capire sé stesso e gli altri. Il suo dialogo è fluido e proficuo; il rapporto con il piccolo bambino è più lineare; l’amore e l’affetto che offre sono più sicuri e stabili.

I numerosi sacrifici, gli ostacoli imprevisti ed i cambiamenti insiti nella vita familiare, richiedono impegno costante e duraturo, grande spirito d’adattamento e di sopportazione. Se l’individuo è infantile, debole, insicuro o immaturo, facilmente cadrà in preda all’ansia, alla depressione e allo scoraggiamento. Bisognoso di conforto e di sostegno, spesso non sarà in grado di offrire un minimo di sicurezza e serenità al suo piccolo. Per tali motivi i migliori genitori non sono le persone più colte, preparate o specializzate, ma quelle che riescono ad avere con il bambino un legame affettivo gioioso, sereno, piacevole, profondo, solido, stabile, responsabile e continuo nel tempo.

Tratto dal libro di Emidio Tribulato “Prevenire la chiusura autistica”. 
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[1] Bowlby J. (1982), Costruzione e rottura dei legami affettivi, Milano: Raffaello Cortina Editore.

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