A proposito di emozioni

A proposito di emozioni

          A chi è successo di voler provare solo alcune emozioni o di non volerle provare affatto? Le emozioni sono molto importanti per noi, sono uno strumento fondamentale di conoscenza di noi stessi, degli altri e dell’ambiente nel quale viviamo. Grazie alle emozioni siamo in grado di dirigere il nostro comportamento in modo favorevole al mantenimento del nostro benessere psicofisico.

          Il processo emotivo è molto complesso e coinvolge diverse aree del cervello. Noi nasciamo con la capacità di provare emozioni e di esprimerle attraverso le espressioni del nostro volto. Se ci capita di osservare un neonato mentre dorme ci stupirà scoprirlo in grado di fare le “facce”, le espressioni facciali delle emozioni primarie. Oltre a una componente innata, ve ne sono altre che comprendono l’elaborazione cognitiva e l’esperienza culturale e soggettiva. Nasciamo con la capacità di provare emozioni, ma impieghiamo molti anni per riconoscerle, nominarle e utilizzarle al meglio. Proviamo emozioni differenti per grado di intensità e per la tonalità piacevole o spiacevole.

Tuttavia può capitare di pensare di voler provare solo alcune emozioni o di non volerle provare affatto. Ciò può essere il risultato di diverse componenti come il condizionamento del contesto culturale, sociale o familiare nel quale viviamo.

          Pensiamo alla tristezza: grazie a questa emozione elaboriamo gli eventi spiacevoli della vita.  Essa ci consente di entrare in contatto profondo con noi stessi, promuove le relazioni e il contatto intimo con le persone e ci spinge a mettere in atto cambiamenti positivi. Quando siamo tristi può venirci da piangere e desideriamo il contatto fisico con qualcun altro,

          Tuttavia cosa ci succede quando riconosciamo una persona triste? Nella nostra cultura siamo spesso portati a esprimere il nostro supporto con frasi del tipo “non è niente”, “non piangere”, “non c’è motivo di reagire così”.  Generalmente intendiamo consolare la persona che abbiamo accanto, ma in questo modo stiamo implicitamente svalutando l’emozione provata invece di accoglierla. La persona potrebbe interpretare le nostre parole come un invito a non ascoltare la sua emozione e conseguentemente a

non fare nulla per cambiare la situazione. Un adulto sarà in grado di gestire la relazione con noi e potrebbe esplicitare i propri pensieri, chiederci chiarimenti o esprimere il proprio disappunto.

          Cosa accade se ci troviamo di fronte ad una piccola persona? Potrebbe sentire e pensare che ciò che mostriamo e diciamo indichi l’unico modo di gestire le emozioni. I nostri atteggiamenti e comportamenti hanno un valore molto importante nello sviluppo emotivo dei bambini e delle bambine che aiutiamo a crescere. Ricordiamoci di dare valore alle emozioni, riconoscendole, nominandole, suggerendo un modo adeguato di esprimerle e offrendo il nostro supporto affettivo e cognitivo.  Questo riguarda anche noi stessi: in ogni momento della nostra vita possiamo decidere di migliorare l’ascolto delle emozioni e, se lo desideriamo, di cambiare le nostre reazioni e i nostri comportamenti in modo funzionale al nostro benessere psicofisico e relazionale.

Cinzia Leoni

Psicologa-psicoterapeuta

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