UCIPEM Unione Consultori Italiani Prematrimoniali e Matrimoniali
Una delle componenti principali indispensabili per il sereno sviluppo psicoaffettivo del bambino è il vissuto soggettivo della sicurezza.
Per capire cosa si prova quando i bambini perdono in cuor loro il senso della sicurezza, basta ricordare lo sguardo angosciato che essi hanno in certe occasioni. L’immagine classica è quella di un’esperienza che molti di noi, da genitori o da figli, hanno effettuato almeno una volta nella loro vita. Papà e mamma vanno insieme al loro bambino ad una festa popolare. Vi sono le giostre che girano lentamente, mentre la banda suona il solito allegro motivetto. Vi sono i palloncini colorati che guardano dall’alto la folla. Non manca l’odore dolce del torrone di mandorle che si diffonde e si mischia con quello più robusto e acre dei ceci tostati, posti insieme alla sabbia fine nel gran padellone sopra il fuoco. Il bambino guarda estasiato i giocolieri che fanno volteggiare le palle colorate e si ferma, mentre i genitori, per un attimo distratti, continuano a camminare. Poi si volta, pensando di trovarli accanto a lui, ma non li vede più e si ritrova solo. Li cerca tra la folla, corre di qua e di là, mentre nel contempo l’ansia comincia a crescere nel suo cuoricino che batte sempre più forte, mentre gli occhi si fanno sempre più tesi ed arrossati. Ad un punto il bambino, scoraggiato, si ferma, lancia uno sguardo smarrito attorno a lui e, certo di aver perduto per sempre mamma e papà, scoppia in un pianto angosciato.
Poiché il bambino, ma anche i piccoli degli altri animali, sono esseri abitudinari, essi avvertono tranquillità e fiducia solo quando attorno a loro gli avvenimenti si svolgono sempre nel medesimo modo. I cambiamenti, specie se repentini e non adeguatamente preparati, li mettono in ansia e li caricano di paure che, agli occhi degli adulti, appaiono strane ed eccessive, mentre in realtà sono solo la logica conseguenza di comportamenti ed atteggiamenti non adeguati.
Giacché fonte primaria della sicurezza per il bambino sono la propria madre ed il proprio padre, ma anche gli altri familiari, elemento importante che dà tranquillità è la costante presenza delle due figure genitoriali nella sua casa e nella sua vita. Sensazione di allarme e quindi di insicurezza viene vissuta dal bambino quando, prima dei tre anni, è allontanato da casa, anche per poche ore e lasciato in ambienti a lui non consueti in compagnia di persone sconosciute. Specialmente quando il bambino è piccolo, una madre o un padre poco o saltuariamente presenti comportano per il suo animo insicurezza. Così come avverte insicurezza quando il suo ambiente familiare viene sconvolto da nuove presenze che si inseriscono nella sia vita: nuove fidanzate e nuovi fidanzati di papà e mamma, nuovi fratellastri e sorellastre, nuovi nonni.
Contribuiscono alla sicurezza del bambino la coerenza e la linearità del comportamento degli adulti. Il Si sente sicuro quando i genitori usano tra di loro e con lui parole ferme, decise, ma con un tono sereno, affettuoso, ricco di ascolto e di dialogo, o quando gli comunicano chiaramente cosa può fare e cosa non può fare. Cosa è concesso e cosa è proibito. Cosa è giusto e cosa è sbagliato. Quando i genitori lanciano segnali contrastanti, legati molto spesso soltanto allo stato di benessere o di malessere presente nel loro animo in quel momento, egli non sa come rapportarsi correttamente con loro e nell’ambiente di vita. Il bambino prova un senso di sicurezza quando nota che mamma e papà sanno affrontare i problemi, gli ostacoli e le vicissitudini quotidiane con fermezza e tranquillità. Prova insicurezza, invece, quando si accorge che i normali avvenimenti della vita mettono mamma e papà in crisi o provocano in loro sconforto e rabbia.
Anche le gravi difficoltà economiche possono essere fonte di insicurezza sia perché il bambino avverte nell’ambiente attorno a lui l’ansia e la preoccupazione per questa difficile situazione, sia perché nel confronto con gli altri si sente sminuito e “diverso”. Notevole insicurezza prova a causa di disaccordi o disarmonia familiare (De Negri e altri, 1970, p. 116-117).[1] Quando sono presenti dei contrasti persistenti tra i genitori egli avverte con paura il rischio della rottura del legame familiare e con la consequenziale perdita di uno o di entrambi i genitori. Poiché il bambino ha bisogno di sentirsi accettato ed amato dai suoi familiari, fonte di sicurezza è il potere dire in ogni momento: ‹‹Io sono qualcosa di importante e buono per papà e mamma. Loro sono contenti e orgogliosi di me. Di quello che io sono, di quello che io faccio, di come mi comporto››. Il bambino, invece, rischia di perdere la sua sicurezza quando i rimproveri, i richiami ed i rimbrotti sono frequenti ed eccessivi. In questi casi è facile che perda la stima di sé e che sopraggiunga la paura di perdere l’amore dei suoi genitori o degli adulti in genere. Il senso della perdita della sicurezza può essere acuto o cronico. Le conseguenze sono più gravi quando la perdita della sicurezza è cronica, piuttosto che quando l’evento traumatico si risolve in breve tempo.
In entrambi i casi il bambino prova, insieme alla paura, dolore e sofferenza.